Il toto-nomi della Conferenza Ucraina si è concluso. Salvo defezioni dell'ultimo minuto, ecco la lista degli ospiti
Quella di Lugano non sarà la Conferenza di Yalta. Ma sul Ceresio Ignazio Cassis attende 22 ministri, cinque primi ministri e la presidente della Commissione europea. Grande assente: la Francia
LUGANO - Cinque primi ministri, due consiglieri federali, 22 ministri. Più svariati segretari e sotto-segretari. La Conferenza ucraina proietterà per due giorni Lugano sulla ribalta internazionale. L'evento è in preparazione da prima della guerra e il toto-nomi sulle partecipazioni illustri va avanti da mesi. Ma chi ci sarà, alla fine, e chi non ci sarà sul Ceresio il 4 e 5 luglio?
Scorrendo la lista dei partecipanti, chi si aspettava nomi noti rischia di restare parzialmente deluso. L'assenza più pesante è quella di Zelensky. Il presidente ucraino sarà presente solo virtualmente in video-conferenza, ha confermato oggi il DFAE. La notizia circolava da giorni e l'impressione è che la defezione ne abbia innescate altre, come avviene nelle cene dell'alta società.
Mario Draghi, Emmanuel Macron, Olaf Scholz: i nomi di spicco che erano circolati (informalmente) nelle scorse settimane non figurano nella lista pubblicata online dal Dipartimento di Cassis. Per la Germania al posto del cancelliere socialdemocratico arriverà la ministra della cooperazione economica Svenja Schulze. La vicina Penisola non ha mandato un ministro ma un sottosegretario (Benedetto Della Vedova). L'Eliseo - impegnato in un rimpasto di governo - nemmeno quello.
Ursula Von Der Leyen è probabilmente il personaggio più di peso ad avere confermato la partecipazione. La presidente della Commissione Europea aveva risposto "presente" a metà giugno e terrà fede all'impegno. Gli Stati Uniti al contrario non si sono troppo "sprecati": da Washington partirà per il Ceresio il vice-segretario di Stato Brian McKeon, che occupa la terza carica all'interno del Dipartimento di Stato americano (il ministero degli Esteri).
L'Europa dell'Est è meglio rappresentata, con cinque primi ministri: il polacco Mateusz Morawiecki, il ceco Petr Fiala, lo slovacco Eduard Heger e la lituana Ingrida Šimonyte, oltre all'ucraino Denys Shmyhal. Per quanto riguarda i ministri invece ne arriveranno sette dall'Ucraina e uno per paese da: Albania, Austria, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Germania, Inghilterra, Irlanda, Giappone, Liechtenstein, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Portogallo, Svezia e Turchia. Salvo forfait dell'ultimo minuto, ovviamente.