L'incarto della Procura al vaglio dei media ticinesi, si fa luce su quei mesi dove il Covid si è diffuso incontrollato
SEMENTINA - «Sintomi degli ospiti ignorati, test non eseguiti, mancato isolamento e organizzazioni di attività di gruppo che avrebbero invece dovuto essere sospese», sono queste le violazioni che vengono imputate nei confronti dei tre dirigenti della casa anziani di Sementina, luogo di un mortale focolaio nei primi mesi della pandemia (si parla di marzo-aprile 2020). Ne ha dato notizia in serata la RSI che ha potuto visionare l'incarto.
Stando alla Procura «in una ventina di casi», i sintomi fra gli ospiti sono stati ignorati «o perlomeno sottovalutati» mentre i test sono arrivati troppo tardi. In alcuni frangenti, riporta sempre la Radiotelevisione, anche dopo «una o due settimane».
Per diversi giorni, inoltre, sono gli assembramenti non sono stati limitati. Gli ospiti verosimilmente positivi «hanno continuato a consumare i pasti nei locali comuni e a prendere parte ad attività di gruppo».
Almeno 4 ospiti deceduti, che manifestavano sintomi ma non son maio stati testati, potrebbero essere state (ulteriori) vittime del virus mentre - vista l'assenza di un tracciamento - il contagio è rapidamente sfuggito di mano. Sia in una direzione, sia nell'altra.
Al momento l'ipotesi di reato resta quella di ripetuta contravvenzione alla Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell'essere umano (non si parla, quindi di omicidio colposo). Nei confronti dei 3 viene quindi proposta «una multa, tra i 4 e gli 8'000 franchi a dipendenza delle responsabilità nella vicenda e di ruolo, e il pagamento delle spese giudiziarie».
Vista l'opposizione dei querelati, conferma la Procura, si procederà quindi a processo.