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Il Municipio di Bellinzona si esprime sui decreti d'accusa emessi a carico di tre dipendenti della struttura.
Uno dei tre collaboratori non lavora più nella casa anziani, rivela il comunicato stampa.
BELLINZONA - «Prendiamo atto. Ma è prematuro trarre delle conclusioni». È questa, in breve, la reazione del Municipio di Bellinzona rispetto ai tre decreti d'accusa emessi oggi dal Ministero pubblico nei confronti di tre dipendenti della casa anziani di Sementina. Tra marzo e aprile 2020, secondo il Ministero pubblico, i tre hanno mancato di rispettare alcune direttive volte a contenere i contagi da Coronavirus nella struttura e dovrebbero perciò pagare una multa e accollarsi le spese giudiziarie. Uno dei collaboratori in questione non lavora però più nella casa anziani, emerge dal comunicato stampa della Città.
«Rilevato che i decreti d'accusa non contemplano il reato più grave prospettato a suo tempo, ovvero quello di omicidio colposo, e che per gli altri reati di carattere contravvenzionale i legali dei diretti interessati hanno già fatto sapere di voler presentare opposizione, il procedimento risulta tutt’ora aperto», scrive l'Esecutivo comunale. «Di conseguenza», viene sottolineato, «si rivela del tutto prematuro trarre delle conclusioni».
Durante i primi mesi di pandemia, lo ricordiamo, alla casa anziani di Sementina si sono verificati 27 decessi legati al virus, il che aveva portato ad aprire un'inchiesta sul caso.
