La donna è sospettata di aver funto da tramite tra l'assassino e l'impresario che gli fornì la pistola.
AURIGENO - Rimarrà in carcere (per almeno due mesi) la 33enne arrestata martedì poiché sospettata di aver funto da tramite tra il 42enne, che lo scorso 11 maggio uccise a colpi d'arma da fuoco il custode delle scuole dei Ronchini di Aurigeno, e l'impresario che gli fornì la pistola.
A confermare la carcerazione della donna - come anticipato dalla Rsi - è stato il giudice dei provvedimenti coercitivi. Per la 33enne, impiegata nel negozio di telefonia del presunto killer, viene ora ipotizzato il reato di complicità in assassinio.
Toccherà ora agli inquirenti, coordinati dal pp Roberto Ruggeri, tentare di chiarire meglio il ruolo avuto nel delitto dalla 33enne. La sua versione diverge infatti da quella fornita dall’imprenditore bellinzonese.
Il 42enne, sospetto autore del delitto è intanto sempre ricoverato presso la clinica psichiatrica di Mendrisio. Per lui si attendono gli esiti della perizia psichiatrica.