La rimozione dei profili di Donald Trump ha scatenato diverse reazioni a livello internazionale
VARSAVIA - Il Governo polacco ha denunciato la disattivazione degli account social media di Donald Trump, dicendo che in Polonia è ora in preparazione un disegno di legge che renderà illegale per le aziende tecnologiche intraprendere azioni di questo tipo.
Lo ha riferito il Guardian. «I giganti della tecnologia non dovrebbero poter decidere quali opinioni sono giuste e quali no» ha scritto il primo ministro Mateusz Morawiecki su Facebook, senza menzionare direttamente Trump. «Non si può consentire la censura».
Morawiecki ha paragonato indirettamente le decisioni delle aziende dei social media con l'esperienza della Polonia durante l'era comunista. «La censura della libertà di parola, una caratteristica dei regimi totalitari e autoritari, sta ora tornando sotto forma di un nuovo meccanismo commerciale per combattere coloro che la pensano diversamente», ha denunciato.
Sebastian Kaleta, segretario di stato presso il Ministero della Giustizia polacco, ha dichiarato che la decisione di Facebook di rimuovere l'account di Trump è stata ipocrita, politicamente motivata e «equivalente alla censura».
Con il nuovo disegno di legge, in Polonia potrebbero in futuro venir rimossi solo i profili e i post sui social media che violano la legge polacca.
Morawiecki ha poi chiesto anche all'Unione europea di introdurre norme simili. D'altronde, anche altri politici europei, tra cui la tedesca Angela Merkel, hanno espresso il loro disagio per la messa al bando di Trump da parte di vari social media, e una nuova proposta dell'UE, il Digital Services Act, prevede norme più severe per le aziende tecnologiche, tra cui sanzioni per il mancato blocco dei contenuti illegali.