Intervista al geniale crittografo “precursore” di Bitcoin e autentica icona di questo mondo, in questi giorni in riva al Ceresio come docente della Plan ₿ Summer School.
Un’icona. Un’istituzione del mondo Bitcoin. Probabilmente il docente più atteso nella seconda edizione della Plan ₿ Summer School. Adam Back, per i meno avvezzi, non è solo un geniale informatico e crittografo inglese, CEO e cofondatore di Blockstream - azienda che offre prodotti e servizi per l’archiviazione e il trasferimento di bitcoin e altri asset digitali a livello globale -, ma è anche una delle poche persone citate nel “white paper” di Satoshi Nakamoto: la “bibbia”, in pratica, da cui, il 31 ottobre del 2008, nasce il concetto stesso di criptovaluta. Nei primi giorni del percorso formativo, con Back abbiamo potuto discutere di svariate tematiche, con più di qualche passaggio - obbligato - sul Plan ₿ di Lugano.
Adam, come spiegherebbe che cos'è la crittografia alle persone non esperte?
Be’, direi che è la tecnologia necessaria, appunto, per crittografare le informazioni: per garantire riservatezza, cioè, durante le comunicazioni tra persone. Un processo che si attiva quando si è connessi a Internet o si naviga il sito per fare home banking. Dietro le quinte, in entrambi i casi, si sta utilizzando la crittografia. Ma potremmo andare oltre: un altro tipo di crittografia è la firma digitale, che in sostanza è l’equivalente elettronico della firma umana su un documento di carta. Serve a dimostrare chi ha siglato e vistato il documento, proprio perché ci sono alcune chiavi che permettono di identificare l’autore della firma.
Passiamo a Bitcoin: cos'è, per lei, in una sola frase?
Oro digitale. E aggiungo che, se si pensa all'oro come a una tecnologia, Bitcoin è una tecnologia non solo più moderna, ma in senso assoluto migliore dell'oro.
Quando è stato citato nel White Paper di Satoshi Nakamoto, ha mai pensato che Bitcoin sarebbe arrivato così lontano da essere accettato come valuta, ad esempio, da 300 aziende a Lugano, in Svizzera, e, ancora, in El Salvador e altri luoghi nel mondo?
Beh, nei primi giorni di Bitcoin c’era una profonda incertezza in tal senso. Tutti quelli che hanno ricevuto copia della pubblicazione si chiedevano, com’è ovvio che fosse, se mai sarebbe stato adottato su larga scala. Ci speravamo, più che altro, ma il resto della storia ci ha detto che Bitcoin è arrivato più velocemente e più lontano di quanto le persone si aspettassero all’inizio.
Trova qualche differenza riguardo le reazioni a Bitcoin di allora, rispetto a quelle che vede al giorno d'oggi?
Sì, decisamente. Basta scovare e guardare in rete alcuni video, magari del 2011-2012, quando si parlava di Bitcoin nel corso di programmi focalizzati sugli aspetti finanziari. Potrete vedere e ascoltare conduttori e intervistati che sostenevano, in un clima da risata generale, che fosse un’idea folle, o al limite uno scherzo. Ai tempi, probabilmente, non c’erano gli elementi necessari per comprendere pienamente il fenomeno. Ora, invece, tantissimi, tra persone, aziende, investitori e istituti finanziari ci credono e investono in Bitcoin, mentre alcuni Paesi progettano e producono impianti legislativi ad hoc per normarlo. Adesso il trend ci dice che l’obiettivo generale è recuperare il tempo perso e conoscerlo più in profondità.
Bitcoin è spesso frainteso da molte persone. Quali sono le incomprensioni che percepisce più frequentemente e quali sono i suoi argomenti per contrastare lo scetticismo?
Partirei da un dato: è interessante constatare come le persone più intelligenti, che tendono a osservare i fenomeni, quando si mettono in pari e imparano su Bitcoin, spesso fanno domande molto pertinenti. In tal senso, una domanda molto diffusa è: “come può Bitcoin essere così raro pur essendo digitale?” Dubbio comprensibile, perché di solito le cose digitali possono essere riprodotte liberamente e illimitatamente. Pensiamo alle immagini, ai video, ai film, alla musica e così via. La risposta però c’è, ed è la seguente: Bitcoin è vincolato fisicamente, a causa dell'attività di mining. In sostanza, non è completamente virtuale: ha una base fisica. C’è poi un’altra domanda, che spesso circola: “perché ci sono tutte queste monete digitali?” E il retropensiero, su questo fronte, è il seguente: "Come può essere raro, il Bitcoin, se ci sono decine di migliaia di monete in circolazione?" Beh, la questione sarebbe plausibile se considerassimo tutte le valute digitali. In realtà, va sottolineato che non è possibile copiare Bitcoin. Quindi, al netto delle altre valute digitali, se vogliamo parlare di Bitcoin, va considerato solo Bitcoin. E Bitcoin senza alcun dubbio è raro.
Che tipo di risposta osserva a Lugano rispetto ad altri luoghi in cui tiene conferenze o dà lezioni?
Ritengo che ci sia un maggiore sostegno locale: dal sindaco, e quindi dall'amministrazione cittadina, passando per le aziende attive sul processo di integrazione dei pagamenti in Bitcoin, così come da parte della stablecoin Tether. È uno scenario molto interessante da osservare e da vivere. E, naturalmente, le iniziative finalizzate a portare l'innovazione fintech nel territorio penso siano molto preziose. La Svizzera è un paese interessante per le regolamentazioni finanziarie rispettate e per la propensione a essere early adopters: Lugano, in questo scenario, si trova in una buona posizione per cogliere l'opportunità di radunarli e crearne di nuovi.
Ha provato a spendere Bitcoin a Lugano per acquisti quotidiani? Cosa ne pensa di questa esperienza?
Certo, funziona benissimo. Ho comprato un caffè attraverso lightning network. C’è un terminale di pagamento molto semplice: punti il tuo smartphone sulla fattura, paghi con il tuo mobile wallet, ed è fatta. Un metodo che può essere più veloce e semplice rispetto al pagare in contanti (e ricevere il resto) o ancora all’effettuare acquisti con una carta di credito.
Consiglierebbe anche ad altri bitcoiners o professionisti del settore di trasferirsi a Lugano?
Decisamente, perché penso che Lugano sia una città molto bella e che ci siano molte opportunità per loro proprio grazie a iniziative come il Plan ₿. Nel mondo, ci sono davvero pochi paesi e luoghi che possono essere definiti early adopters della tecnologia Bitcoin. Quindi, penso che nel lungo termine i primi utilizzatori trarranno beneficio dall'essere al centro dell’innovazione, dall’avere aziende del settore che operano sul territorio e dalla capacità di stimolare l'interesse degli investimenti per l'economia locale. Aggiungo un elemento: è ovvio che altre regioni o altri paesi guardino ai precedenti, ai casi di successo. Quindi penso anche alle migrazioni di persone e aziende che si spostano in una zona favorevole all’innovazione e alle opportunità di impiego nel settore fintech per nuovi laureati locali o per persone provenienti da tutto il mondo. Bene, questo è un modello che le persone osservano con attenzione e che potrebbe essere replicato anche altrove, nel Mondo, così come si sta tentando di crearlo a Lugano.