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Lugano's Plan ₿La blockchain contro gli effetti negativi dell’AI

04.07.24 - 06:30
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La blockchain contro gli effetti negativi dell’AI

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Secondo recenti studi, le misure di contrasto a fenomeni negativi connessi all’esplosione dell’Intelligenza Artificiale - come i deepfake, ma non solo - possono far leva su alcune soluzioni: blockchain e Bitcoin in primis.

Non passa giorno senza sentirlo ripetere come un mantra in radio o in tv, o leggerlo sul web o sui giornali: l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando numerosi settori, ma sta sollevando, contestualmente, parecchi dubbi su questioni etiche, di sicurezza dei dati e di trasparenza. In questo scenario dai toni chiaroscuri, la blockchain emerge come una tecnologia chiave, in potenza, nel mitigare possibili effetti negativi dell’AI. Non solo, perché anche le valute digitali, stando a quanto emerge da un articolo pubblicato dal sito specializzato cryptonomist.ch, rappresentano un complemento essenziale per l’intelligenza artificiale, offrendole nuove prospettive di innovazione e sicurezza.

Come la blockchain può mitigare gli impatti negativi delle AI generative

Dunque, blockchain e valute digitali - come Bitcoin - forniscono soluzioni innovative per autenticare contenuti e verificare le identità. L’avvento dell’intelligenza artificiale, soprattutto nella sua declinazione generativa, ha posto nuove sfide ai responsabili politici su come regolamentare questi potenti mezzi. In questo contesto, una delle domande cruciali, come già evidenziato, è quali siano i percorsi da intraprendere per garantire l’autenticità dei contenuti in un momento in cui qualsiasi media può essere generato sinteticamente. I deepfake, in particolare, rappresentano una minaccia significativa, perché possono essere utilizzati per impersonare figure pubbliche o per respingere media autentici come falsi. Un esempio recente? L’utilizzo di un deepfake del Presidente Biden per scoraggiare gli elettori statunitensi alle primarie del New Hampshire.

La soluzione a questi problemi potrebbe risiedere, appunto, nel fatto che i registri immutabili in blockchain potranno verificare l’autenticità delle immagini e dei video, pixel per pixel, se integrati nei software di registrazione, editing e ripresa. Organizzazioni come la Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA) stanno sviluppando standard tecnici in merito: il Numbers Protocol è un esempio di come si stia già lavorando in questa direzione.


Verifica dell’identità e transazioni sicure

Non solo sfide in chiave di autenticità dei contenuti, però: l’esplosione dell’AI sta sollevando, tra l’altro, anche questioni riguardanti la verifica dell’identità online. I modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), come l’ormai arcinoto ChatGPT, possono infatti imitare lo stile di scrittura di una persona, rendendo il processo di verifica dell’identità ancora più complesso. Ne consegue una necessità: prevenire crimini informatici come il furto di identità e garantire la verifica dell’età sulle piattaforme social, un percorso di contromisure necessario come mai prima d’ora lo era stato nella storia. Le valute digitali, in tal senso, offrono una possibile soluzione. Perché? Semplice: grazie alla loro infrastruttura di adesione, basata su autenticazione biometrica e prove a conoscenza zero. Un impianto, insomma, che permette di verificare solo le informazioni necessarie per una transazione specifica, preservando la privacy degli utenti. Progetti come Worldcoin, supportato dal CEO di OpenAI Sam Altman, stanno appunto esplorando queste nuove frontiere.


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.
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