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Gioventù Comunista

Anche i giovani in piazza per la Pace e contro la NATO

Sabato 15 marzo la Gioventù Comunista scenderà in piazza per una manifestazione contro la NATO e a favore della pace e della neutralità
Archivio Ti Press
Fonte Gioventù Comunista
Anche i giovani in piazza per la Pace e contro la NATO
Sabato 15 marzo la Gioventù Comunista scenderà in piazza per una manifestazione contro la NATO e a favore della pace e della neutralità

BELLINZONA - Almeno dal 24 febbraio 2022, la storica neutralità svizzera è stata quotidianamente tradita da Berna. La nostra classe dirigente si è infatti piegata sia ai diktat dell’Alleanza Atlantica, proponendo di mandare i nostri coscritti in Europa Orientale, sia a quelli dell’Unione Europea, con i vergognosi accordi bilaterali III. Ogni giorno, con nuove proposte o direttamente con l’approvazione di progetti e misure, il Consiglio Federale dimostra di aver smarrito il suo ruolo di guida per quanto riguarda la sicurezza nazionale e la salvaguardia dei diritti dei lavoratori.Da mesi il nostro Dipartimento della difesa, in combutta con il capo delle forze armate Thomas Süssli (che, nonostante le dimissioni, resterà in carica fino alla fine dell’anno), assesta duri colpi al Servizio Civile; l’alternativa che consente ai giovani di mettersi al servizio della collettività senza sparare. Si tratta di attacchi molto gravi non solo perché minano i valori morali (oltre che costituzionali) della libertà di coscienza sui quali questa alternativa si fonda, ma anche e soprattutto perché sono attacchi fatti in un crocevia di venti di guerra fra corse al riarmo e tentativi di spedire i nostri coscritti all’estero!

Le “esercitazioni congiunte” in Europa Orientale, l’approvazione di preoccupanti accordi militari (come Skyshield e Military Mobility), la proposta di implementare la leva militare obbligatoria per le donne e di fondere Servizio Civile e Protezione Civile sono tutte tessere che unite a mosaico mostrano un quadro inquietante: i venti di guerra sono più forti che mai e la nostra classe dirigente vuole trascinarci verso di essi. La goccia che fa traboccare il vaso sono le scellerate proposte di Süssli negli ultimi giorni, il quale propone di mandare 200 dei nostri soldati in Ucraina per un progetto di “Peacekeeping” in un paese che è messo a ferro e fuoco dal 2014. Le dinamiche e gli effetti nefasti di simili progetti li vediamo in Kosovo, dove decine di giovani militari svizzeri rischiano la vita e sono direttamente sotto il controllo della NATO attraverso la KFOR.In questo contesto, persiste l’amarezza nel vedere le “reazioni” di quella che una volta si poteva definire sinistra.

La mancata presa di posizione della Gioventù Socialista e dei Giovani Verdi di fronte al palese avvicinamento del nostro Paese al blocco atlantico è imbarazzante e getta discredito sulla tradizione di lotta pacifista di cui la sinistra è sempre stata orgogliosa. Oltre a questi tentativi di ignorare la realtà, preoccupano le visioni geopolitiche espresse soprattutto dai giovani socialisti, i quali – proprio quando finalmente si inizia a parlare di cessate il fuoco – hanno recentemente pubblicato sui loro canali social una foto di Donald Trump, Vladimir Putin e Xi Jinping accompagnata da una scritta che recita “La pace sarà possibile solo senza di loro”. Si sono inoltre detti “senza parole” per il trattamento subito da Zelensky alla Casa Bianca. Ebbene, ai “compagni” socialisti chiediamo come mai non abbiano fatto un post analogo quando il presidente ucraino ha firmato un decreto per impedire a sé stesso di negoziare con la Russia. Non è forse stato un atto contro la pace? E come mai al posto di Xi Jinping non c’è Ursula Von Der Leyen, la quale non fa altro che parlare di riarmo insistendo a continuare la guerra, oppure Ignazio Cassis, il quale ha approvato il pacchetto di sanzioni UE per colpa del quale abbiamo perso la possibilità di giocare un ruolo nella diplomazia internazionale? La scelta del Consiglio Federale ha impedito alla Svizzera di fare da mediatrice fra le parti in conflitto, lasciando questo gravoso compito alla diplomazia saudita. Queste e altre domande purtroppo non hanno ancora ricevuto risposta, ma auspichiamo nella disponibilità dei giovani socialisti.

La Gioventù Comunista non cederà a queste mode atlantiste/europeiste e metterà sempre al primo posto la neutralità poiché è da essa che discendono tutte le altre lotte. Che si sia comunisti o meno, dire no alla NATO vuol dire sì alla pace, dire no all’UE vuol dire sì al lavoro, dire no ad entrambi vuol dire sì al futuro.

È con questo spirito che vi aspettiamo numerosi il 15 marzo a Bellinzona!

Adam Barbato-Shoufani
Coordinatore della Gioventù Comunista

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