Stefan Kuster non è preoccupato per l'evoluzione degli ultimi giorni. Ma fare previsioni è difficile.
Il responsabile delle malattie trasmissibili è intervenuto questo pomeriggio in conferenza stampa.
BERNA - Benché oggi il numero di nuove infezioni abbia superato, per la prima volta da metà aprile, i 400 casi, la situazione non è ancora preoccupante. La settimana scorsa sono state testate oltre 70 mila persone. I tre quarti dei soggetti trovati positivi ha meno di 40 anni.
Lo ha dichiarato oggi ai media Stefan Kuster, responsabile delle malattie trasmissibili presso l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
Il tasso di riproduzione, ha aggiunto, è inferiore a 1. Ciò significa che il tasso di riproduzione del virus non è ancora esponenziale. Oltre a ciò, ha aggiunto Kuster, la situazione per quanto riguarda i decessi e le ospedalizzazioni rimane stabile. «In questo momento non parliamo di una seconda ondata, bensì di una lenta progressione del numero d'infezioni», ha specificato l'alto funzionario.
Per Kuster, insomma, gli sforzi profusi sia dai Cantoni che dalla popolazione stanno dando i frutti sperati. Difficile però fare previsioni sull'evoluzione della situazione pandemica. Molto dipenderà dal numero di persone che rientreranno dalle vacanze, dalle ripercussioni della decisione governativa di consentire grandi manifestazioni e anche dall'incipiente arrivo dell'autunno.
Stando a Kuster, tutti - Confederazione, Cantoni e i singoli - devono dare il massimo per evitare una forte progressione del virus. Da parte sua, l'UFSP fa di tutto affinché il risultato del test possa essere consegnato alla persona interessata 24 ore dopo l'apparizione dei primi sintomi. Tra l'altro, gli specialisti sperano di avere a disposizione test sempre più veloci.
A tale proposito, Virginie Masserey, che presso l'UFSP si occupa del controllo delle malattie infettive, ha dichiarato che saranno sottoposti a verifica i test veloci, compresi quelli di Roche, per capire dove potranno essere utilizzati. Non si sa ancora quanto tempo sarà necessario a Swissmedic e ai laboratori per fare simili esami. «Probabilmente si tratterà di qualche settimana», ha spiegato Masserey.
Nessuna novità per quanto per quanto riguarda la Francia, dove l'infezione rialzato la testa. La situazione - come dichiarato mercoledì dal ministro della sanità, Alain Berset, - viene esaminata attentamente e le discussioni sono ancora in corso, ha spiegato Masserey. Nella lista dei Paesi a rischio sono invece finite dieci altre nazioni, tra cui la Croazia e l'Ucraina.
L'idea di accorciare la durata della quarantena portandola a cinque giorni - invece di dieci come in Svizzera - attualmente al vaglio delle autorità germaniche non è al momento un argomento di riflessione, ha sostenuto Masserey. «Un periodo d'isolamento di dieci giorni è importante per spezzare le catene di contagio».