La tecnologia militare è spesso ispirata a videogiochi, film e libri, come ci spiega Quentin Ladetto, di Armasuisse.
L'esperto sarà presente a Visionary Day, l'evento per l'innovazione che si svolgerà dal 3 al 9 ottobre.
BERNA/LUGANO - Droni, visori, robot e tute di tecnologia avanzata. Sono solo alcuni dei numerosi prodotti e strumenti con i quali possiamo stuzzicare la nostra fantasia, pensando a ciò che ci riserva il futuro.
Comunque, c'è qualcuno che è già proiettato in questo futuro, e abbiamo avuto modo di sentirlo prima del suo intervento al Visionary Day, l'evento per l'innovazione organizzato da ated ICT Ticino con il patrocinio del Cantone e della Città di Lugano che si svolgerà via web dal 3 al 9 ottobre.
Si tratta di Quentin Ladetto, Direttore della ricerca "Technology Foresight" presso Armasuisse.
Signor Ladetto, quanto è importante la tecnologia, in ambito militare? È più importante anticipare, o saper reagire?
«La tecnologia è una componente importante del mondo militare, però rimane importante quanto una buona leadership, una buona formazione o una buona strategia. Direi che più che la tecnologia per sé, è il modo di usarla, e di combinarla con altri elementi per produrre gli effetti desiderati. Come essere in grado di reagire se non ci si è mai allenati per un’azione specifica? Il foresight (ovvero, tutte le opzioni, scenari e possibilità ipotizzabili) serve proprio ad anticipare non un futuro, ma una moltitudine di futuri, possibili o probabili, desiderati o temuti. Allenandosi per ogni situazione, si spera di poter reagire in modo opportuno al momento giusto».
Visione notturna, invisibilità, droni...Come si fa a decidere su cosa investire?
«Questi sistemi o prodotti che integrano diverse tecnologie servono a eseguire compiti precisi in situazioni definite, ma possono essere effettuati in vari modi. Per esempio, abbiamo visto spesso dei robot somiglianti a dei muli che accompagnano il soldato e portano dei pesi. Da un punto di vista tecnologico è fantastico, però se lo scopo è portare dei pesi dal punto A al punto B, un mulo vero e proprio potrebbe farlo altrettanto bene, con meno rumore, più autonomia, meno rischio di cyberattacco o di malfunzionamento. Con questo esempio vorrei solo illustrare che un investimento si farà in rapporto al valore aggiunto che porterà il nuovo sistema in confronto ad altre alternative, e non solo perché porta alcune novità».
Gli Stati Uniti stanno testando dei cani robot. Anche armasuisse punta sulla robotica?
«Chiaramente stiamo seguendo le mega-tendenze, provando a capire i loro vantaggi e punti deboli. La robotica ne fa ovviamente parte. Nel 2017 è stato creato il “Centro Svizzero dei Droni e della Robotica” (CSDR) con l’obiettivo di sostenere l’Esercito svizzero, le autorità e le organizzazioni deputate alla sicurezza, valutando le opportunità e i rischi di sistemi senza pilota e della robotica in generale. Ogni anno il programma Advanced Robotic Capabilities for Hazardous Environments (ARCHE) valuta il grado di maturità tecnologica e le possibilità di applicazione della robotica svizzera nei soccorsi in caso di catastrofi. L’uso della robotica con lo scopo di salvare delle vite e assecondare l’essere umano in missioni pericolose è una realtà».
Lei sostiene che non bisogna mai investire in una tecnologia se non si è vista prima in un videogioco. È vero?
«Assolutamente sì, e aggiungerei pure film, libri di fantascienza, arte, sogni di bambini di tutte le età! L’aspetto interessante del videogioco viene non solo dalla messa in scena di un uso di tecnologie futuristiche in scenari precisi, ma anche dal fatto di ritrovarsi immerso in un ambiente coerente attorno ai prodotti osservati. Al contrario dei film, il personaggio principale evolve come decide il giocatore, il quale sperimenta non solo l’uso di nuovi sistemi, ma anche l’interfaccia per gestirli. Le ricerche effettuate da alcune aziende produttrici di giochi sono proprio fenomenali e visionarie».
Signor Ladetto, lei praticamente vive proiettato nel futuro. Come lo vede, il futuro dell’umanità, è ottimista o pessimista?
«Proiettato sì, però mi piace troppo il presente per perdere l’attimo! Comunque è vero, essendo a contatto con elementi che arriveranno sul mercato nei prossimi anni, a volte si forma un sentimento di “déjà vu” del tutto speciale. Credo di essere un ottimista di natura e vedo quindi il futuro come luogo pieno di opportunità e di potenzialità, dove la fatalità non esiste. Allo stesso tempo, sono convinto che siamo di fronte a dei cambiamenti radicali nella nostra forma di vivere e di lavorare. Dato che l’essere umano preferisce in generale la stabilità al cambiamento, credo che il prossimo futuro potrebbe risultare destabilizzante, proprio per la differenza rispetto alle nostre abitudini attuali. Abbracciare o no il cambiamento è una scelta individuale, però sono del parere che agire è sempre meglio di subire, a maggior ragione se il futuro lo costruiamo noi!».
Durante Visionary Day ci sarà il lancio in prima mondiale di New Techno War. Ci racconta di cosa si tratta? Perché è importante avere un serious game "Swiss Made" e quanto è importante presentarlo in Ticino?
«New Techno War è un gioco di guerra speciale nella sua concezione. Lavorando con nuovi concetti e sistemi che non esistono ancora, ci siamo chiesti come presentarli alle forze armate nel modo più istruttivo possibile. Di solito uno si aspetta di ricevere un rapporto descrivendo un nuovo prodotto, quello che offre, ecc. Piuttosto che leggere, offriamo con il gioco la possibilità di sperimentare direttamente i vantaggi, o no, di un nuovo sistema. Vivere un’esperienza con questa nuova tecnologia, anche solo attraverso una partita, crea un’esperienza ben più forte che la lettura di qualche riga. Lo scopo è quello di stimolare la curiosità e lo scambio fra i partecipanti rispetto a questa nuova tecnologia. Naturalmente per la versione commerciale abbiamo aggiunto elementi e scenari “fun”! La collaborazione con Helvetia Games e il suo fondatore Sig. Pierre-Yves Franzetti è stata fondamentale per arrivare al risultato di oggi. Il “Swiss Made” o, con umorismo, “l’armasuisse Made” è importante nel contesto della metodologia e degli scenari considerati. Questi ultimi sono basati sulla dottrina militare nazionale e sul fatto che siamo un esercito di difesa. Avere la possibilità di presentare in prima mondiale questo gioco in Ticino non si poteva rifiutare, fosse solo perché stiamo lavorando a una versione digitale del gioco, integrando varie intelligenze artificiali con l’Università della Svizzera Italiana tramite l’Istituto Dalle Molle, luogo di eccellenza nazionale nell’Intelligenza Artificiale. Dopo tutti questi sforzi, la tempistica era perfetta… poi, forse, anche il fatto di avere effettuato il mio servizio militare scoprendo a piedi le bellezze estive e invernali del Ticino avrà avuto il suo peso!».