Lo afferma il presidente dell'Associazione dei medici cantonali svizzeri Rudolf Hauri.
BERNA - Non c'è motivo di preoccuparsi, ma la certezza che il calo dei contagi da Covid non sia solo un plateau provvisorio lo sapremo solo tra un paio di settimane. L'analisi arriva dal presidente dell'Associazione dei medici cantonali svizzeri, Rudolf Hauri. Il picco dell'ondata autunnale di Covid non è ancora stato raggiunto, e il sistema sanitario - rassicura - «al momento non mostra indizi di sovraccarico».
«Solo tra un paio di settimane avremo certezza della tenuta della discesa epidemica in corso» ha detto in un'intervista pubblicata oggi dal Blick. Le unità di terapia intensiva non dovrebbero essere tanto impegnate come in passato con i casi di coronavirus, aggiunge il medico cantonale di Zugo. Ciò che invece lo preoccupa è che quest'anno ci si aspetta un'ondata di influenza più forte.
«È troppo presto per considerare un cessato allarme, poiché la pandemia non è certamente ancora finita», sottolinea Hauri. E comunque il carico di lavoro per il sistema sanitario, attualmente ancora elevato a causa della carenza di personale, è destinato ad aumentare.
Poi si addentra con maggiore minuzia nel campo della sua valutazione: «Il tasso di positività ancora elevato indica che un alto numero di casi non sono segnalati. In termini reali, le persone infettate dal coronavirus sono da cinque a sei volte di più di quelle ufficialmente confermate. In altre parole - specifica - più di 20.000 persone ogni giorno».
Tuttavia, egli non crede che ci sarà un'altra mutazione del virus che cambierà la situazione e metterà fuori gioco tutto il sistema sanitario. Nel frattempo, la popolazione ha imparato a gestire il virus. Il SARS-CoV-2 continuerà ad occupare le persone per un po' di tempo, «ma mi aspetto che perda massicciamente di importanza nella vita quotidiana nel corso del 2023», conclude il presidente dell'Associazione dei medici cantonali.