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SVIZZERAOdio verso gli ucraini, l'episodio: «Mangiate, parassiti»

11.10.24 - 20:12
Il caso durante un evento organizzato da Unia. Secondo l'associazione "Good Friends for Ukraine", incidenti simili non sono isolati.
20min/Anna Bila
Due ucraini sono stati attaccati durante un evento organizzato dal sindacato Unia.
Due ucraini sono stati attaccati durante un evento organizzato dal sindacato Unia.
Odio verso gli ucraini, l'episodio: «Mangiate, parassiti»
Il caso durante un evento organizzato da Unia. Secondo l'associazione "Good Friends for Ukraine", incidenti simili non sono isolati.

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ARBON - Sembra maturare un certo sentimento anti-ucraino in Svizzera. Almeno in una parte della popolazione. Lo hanno provato sulla propria pelle Danylo* (48) e il suo amico Ihor* (67) quando, la scorsa settimana, hanno partecipato a un evento organizzato dal sindacato Unia ad Arbon (TG).

I due si sono sentiti a disagio poco dopo essere arrivati: «C'era una coppia seduta di fronte a noi, poco più che cinquantenne. Entrambi guardavano Ihor dall'alto in basso, con disapprovazione», racconta Danylo. Il 48enne è ucraino e vive in Svizzera da sei anni. Ihor, invece, è fuggito dalla città ucraina di Odessa due anni fa, a causa della guerra. Da allora vive con l'amico.

All'inizio i due non si sono fatti impressionare dagli sguardi e hanno continuato a parlare in russo. Ma poco dopo la situazione è degenerata: «Ihor ha preso un caffè e una torta. L'uomo si è girato e ha gettato un pezzo di torta sul tavolo dicendo: "Mangialo, parassita"».

I due sono rimasti sbalorditi. «Gli ho chiesto come poteva pensare di poterci parlarci in quel modo». È intervenuta la donna invitandoli a lamentarsi con gli organizzatori se qualcosa non gli andava bene. «È quello che abbiamo fatto. Un membro del personale si è scusato per l'incidente e mi ha contattato dopo l'evento».

Anche a distanza di giorni dall'incidente, Danylo e Ihor hanno continuato a pensare al comportamento della coppia. Secondo loro è solo la punta dell'iceberg: «Credo che molte altre persone in Svizzera si sentano così, solo che raramente lo dicono ad alta voce».

"Good Friends for Ukraine" conferma il crescente risentimento - Secondo Julia Peters, presidente dell'associazione per i rifugiati ucraini "Good Friends for Ukraine", l'atteggiamento negativo nei confronti dei rifugiati ucraini è cresciuto sensibilmente dallo scorso anno. «La disponibilità iniziale ad aiutare si è trasformata in risentimento. La solidarietà è diventata più rara. Molte persone non vogliono più sentire parlare della situazione degli ucraini», afferma Peters. Ci sono anche casi estremi, ma fortunatamente sono rari: «L'anno scorso qualcuno ha messo delle feci di cane nella nostra cassetta postale».

Rispetto agli altri rifugiati in Europa, gli ucraini sono trattati meglio. È quanto emerge dal rapporto annuale della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI). Tuttavia, questo non vale per tutti gli ucraini: ci sono differenze a seconda dell'etnia dei rifugiati: ad esempio, la sistemazione dei rom con cittadinanza ucraina è stata più complessa di quella degli altri ucraini. Sebbene siano stati segnalati episodi d'odio contro gli ucraini, la risposta della società nei loro confronti è stata generalmente caratterizzata da solidarietà e sostegno.

I rifugiati che non lavorano, inoltre, hanno riscontrato una minore comprensione: «Capisco quelle persone che non sono motivate a lavorare se il loro stipendio è troppo basso e non rimane nulla dopo tutte le detrazioni sociali. Anche alcune comunità consigliano ai loro residenti ucraini di non accettare lavori poco pagati e di continuare a imparare il tedesco».

Intanto le critiche si fanno sempre più frequenti, soprattutto nei confronti degli uomini che non combattono in Ucraina, ma sono qui in Svizzera. «Gli insulti diretti sono rari, ma l'atmosfera generale è tesa». L'aggressività verbale sta aumentando notevolmente soprattutto sui social media, ammette Peters.

La sua stessa organizzazione è in una situazione delicata e non sa per quanto potrà rimanere attiva: «Manca il sostegno finanziario per portare avanti i nostri progetti».

*Nomi noti alla redazione

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