C'è ancora una divergenza tra il Consiglio degli Stati e il Nazionale.
BERNA - Per quel che concerne la nuova Legge sul CO2, sarà necessario ricorrere alla Conferenza di conciliazione per appianare l'ultima divergenza che ancora oppone Consiglio degli Stati e nazionale. Mercoledì quest'ultimo ha infatti mantenuto la propria posizione in merito al sostegno alle colonnine di ricarica per veicoli elettrici.
Come noto, il progetto in discussione mira a dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Inoltre, dopo l'approvazione popolare, nel giugno 2023, della Legge sulla Protezione del Clima, dovrà essere raggiunto l'obiettivo "emissioni nette zero" entro il 2050.
Per raggiungere questi obiettivi, il Nazionale ha in prima lettura proposto una riduzione delle emissioni di gas serra che dovrà avvenire per almeno il 75% mediante provvedimenti realizzati in Svizzera, percentuale poi abbassata al 70%. Gli Stati hanno invece per ben tre volte confermato la versione proposta dal governo, che non contiene obiettivi cifrati ma lascia all'esecutivo l'onere di stabilire la quota della riduzione.
Oggi la Camera del popolo ha però ceduto e, con 101 voti contro 90, ha deciso di allinearsi a quanto chiesto dai "senatori". Per Susanne Vincenz-Stauffacher (PLR/SG) "gli obiettivi devono essere coerenti con le misure adottate per raggiungerli". Inutile l'obiezione di Christophe Clivaz (Verdi/VS) secondo cui è più opportuno che i fondi vengano spesi in Svizzera, in modo che gli investimenti restino nel nostro Paese.
Nazionale e Stati si opponevano anche sull'eventualità di fissare obiettivi intermedi annuali in relazione ai valori obiettivo di emissioni di CO2 per le automobili nuove. Con 101 voti contro 88, la Camera del popolo ha però rinunciato a fissare traguardi intermedi.
Il Nazionale ha così sposato le argomentazioni di Mike Egger (UDC/SG) che ha sostenuto la necessità di tenere conto dei progressi tecnologici del settore, che non sono lineari. Vana la richiesta di Priska Wismer-Felder (Centro/LU) di mantenere la divergenza, secondo cui gli obiettivi intermedi permetteranno di spingere i costruttori all'innovazione.
Una divergenza rimane invece per quel che riguarda la promozione dell'installazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, che gli Stati non vogliono. La proposta di rinunciare all'investimento - 20 milioni di franchi all'anno al massimo - oggi è stata bocciata con 112 voti a 80.
Roger Nordmann (PS/VD) ha sottolineato come il passaggio alla mobilità elettrica sia positivo per il clima e riduca la nostra dipendenza dalle importazioni. Michael Graber (UDC/VS) ha invano sostenuto come la proposta sovvenzioni un mercato destinato alle persone benestanti che possono permettersi l'acquisto di veicoli elettrici, notoriamente più costosi.