Dagli infermieri specializzati che scarseggiano ai posti tolti ai pazienti non Covid, i nodi dal fronte ospedaliero
Il professor Paolo Merlani, direttore sanitario della Medicina intensiva EOC: «A marzo la situazione contingente era molto diversa. Gli interventi elettivi erano vietati e tutte le risorse potevano essere utilizzate per affrontare la crisi. Ed eravamo in lockdown».
BELLINZONA - Sono i numeri dell’estrema frontiera, quella dove si combatte la lotta contro il Covid e per la vita. Un’area critica, quella delle terapie intensive, purtroppo sempre più affollata e vicina alla saturazione. E non è solo un problema di posti letto (vedi il riquadro sottostante), ma innanzitutto di personale come spiega il professor Paolo Merlani, direttore sanitario del Dipartimento di Medicina intensiva EOC.
Lo scorso 1. aprile si era registrato il picco della prima ondata per quanto riguarda le cure intense con 76 pazienti (di cui 72 ventilati). Il fatto che oggi siamo a 47, ossia circa il 30% sotto quella soglia non rappresenta un dato "tranquillizzante"?
«Le cifre del 1. aprile si riferivano a pazienti in Medicina Intensiva (MI) e Cure Continue (dove si possono anche ventilare alcuni pazienti). Attualmente abbiamo nel cantone 47 pazienti in MI e CC e il dato non può essere tranquillizzante per varie ragioni. Innanzitutto, il trend è in netta e rapida ascesa negli ultimi giorni e visto che i pazienti in questione possono rimanere anche per 3 o 4 settimane in MI o CC questo non è incoraggiante. Inoltre come già sottolineato, i posti che potremo ulteriormente aprire dipendono dalla disponibilità del personale, che attualmente è nel 10% dei casi ammalato. Importante sottolineare che in marzo la situazione contingente era molto diversa, infatti per il settore sanitario tutte le operazioni e gli interventi elettivi erano vietati. In questa maniera tutte le risorse in termini di personale potevano essere utilizzate per affrontare la crisi. Per quanto riguarda le altre misure, eravamo in lockdown dal 16 marzo, ed infatti dopo 2 settimane, il 1. aprile abbiamo visto gli effetti con una veloce diminuzione dei contagiati, che ci ha permesso di fare fronte alla situazione. Oggi queste condizioni non sono soddisfatte.
È un problema di posti letto o piuttosto di personale addetto ai pazienti ventilati?
«Si tratta sicuramente di un problema di personale, in particolare a livello infermieristico per quanto riguarda gli infermieri specializzati in Medicina Intensiva. Anche il supporto da parte di altri infermieri, per esempio con altre specializzazioni (anestesia o pronto soccorso) è complesso poiché vanno a lasciar scoperte attività importanti. Dal punto di vista medico, riusciamo attualmente a coprire quanto assicurato infermieristicamente, ma anche qui esistono limiti al di là dei quali non riusciremo ad andare. Ricordiamo inoltre che attualmente circa il 10% dei collaboratori risulta malato e che quindi tutti i modelli e previsioni di crescita dei posti di MI e CC, risulta più difficile da mettere in atto. Solo in terza battuta si tratta di un problema di apparecchi e materiali. Centralizzando i materiali del cantone, smontando il materiale dai siti chiusi (per esempio dal PS dell'Ospedale Italiano di Lugano) e rimontandoli nelle unità di medicina intensiva dell'Ospedale di Locarno, riusciamo a fare fronte ai bisogni. Inoltre, il problema dei ventilatori evidenziatosi in primavera attualmente non esiste più grazie all’acquisto da parte del cantone di 52 ventilatori».
Merlani: «Potremmo arrivare al massimo a 103 posti dedicati a pazienti Covid, ma...»
«Attualmente - precisa il Prof. Paolo Merlani - i posti di area critica messi a disposizione presso l’Ospedale regionale di Locarno (ODL) sono 32 posti di Medicina Intensiva (MI) e 10 di Cure Continue (CC). A questi vanno aggiunti 4 posti di MI e 6 posti di CC al Cardiocentro Ticino per un totale di 52 posti. La Clinica Luganese di Moncucco ha dichiarato di avere a disposizione 26 letti di Medicina Intensiva. È importante ricordare che a livello cantonale attualmente disponiamo di 33 posti di MI e CC per pazienti non Covid presso EOC (Ospedale Civico, Ospedale San Giovanni, Ospedale Beata Vergine e Cardiocentro Ticino)».
Quanti posti sarebbe possibile aggiungere nelle terapie intensive?
«Per quanto riguarda un potenziamento, potremo al massimo aggiungere ancora 10 posti di MI presso l'Ospedale di Locarno e 10 posti di CC sempre presso ODL per arrivare ad un totale di 42 posti di MI ODL e 20 posti di CC ODL, con sempre 4 posti di MI e 6 posti CC al Cardiocentro. Il reparto di MI alla Clinica Moncucco può al massimo aggiungere ulteriori 5 posti, arrivando a 31 posti, questo a patto che vi sia il personale a disposizione. In questo modo potremmo al massimo arrivare nel cantone a 103 posti dedicati ai pazienti Covid, con però una diminuzione di posti di MI e CC per pazienti non Covid da 33 a 29 e una limitazione ulteriore degli interventi elettivi. Entrambe le cose con un importante impatto sulla presa a carico del paziente ticinese non Covid».