Voto sul matrimonio per tutti: lo "scontro" in video tra Marco Romano (comitato per il "no") e Lisa Boscolo ("sì").
I cartelloni col piccolo Luca in vendita hanno suscitato clamore. Il tema della discordia è in particolare quello della famiglia arcobaleno. Le parole del consigliere nazionale alimenteranno ulteriormente il dibattito?
BELLINZONA - Non si placa la bufera su Luca, il bimbo in vendita sui cartelloni pubblicitari. A commissionare la campagna, gli oppositori al voto federale sul matrimonio per tutti in agenda per il 26 settembre. Se ne è parlato su Piazza Ticino, la piazza virtuale di Tio/20Minuti, con Marco Romano, consigliere nazionale e membro del comitato d'opposizione, e con Lisa Boscolo, coordinatrice della campagna ticinese per il sì.
«Diritti che non hanno neanche gli etero» – «Finora si è discusso solo di amore e di sentimenti – sostiene Romano –. Questa riforma in realtà introduce una fortissima liberalizzazione della medicina riproduttiva, dando alle coppie omosessuali dei diritti che nemmeno gli etero hanno. Un falso diritto ad avere un figlio. Finora l'accesso alla procreazione assistita era dato a chi era confrontato con l'infertilità».
«Basta disuguaglianze» – Boscolo replica: «Non è vero che non c'è il diritto ad avere una famiglia. Lo indica anche la Costituzione. Il voto ci dovrebbe consentire di cancellare disuguaglianze fondamentali. Non è vero che le coppie omosessuali avranno più diritti degli altri. Si tratta di un voto che porta a maggiore tolleranza e a un riconoscimento sociale».
Un paragrafo di legge introdotto solo in un secondo tempo – Si vota sul matrimonio per tutti. Ma a fare discutere è il tema della famiglia arcobaleno. Romano insiste sul fatto che già esiste l'unione domestica registrata. «L'iniziativa lanciata nel 2013 parlava solo di matrimonio. La questione dei figli è stata aggiunta solo dopo. Ed è la vera novità. Come se il genere non contasse più niente. Anche se i due temi fossero rimasti distinti, non avrei sostenuto il matrimonio per tutti, ma avrei puntato sul perfezionamento dell'unione domestica registrata».
«Outing forzato» – Ancora Boscolo: «Le famiglie arcobaleno esistono già, ma non sono sufficientemente protette. L'unione registrata non è sufficiente. Su qualsiasi atto, come il contratto di lavoro, emerge il fatto che fai parte di una coppia omosessuale. È un outing forzato. Non a tutti sta bene. E poi ci possono essere situazioni problematiche con le assicurazioni sociali, o in caso di vedovanza. Si vuole una tutela per queste famiglie. Il benessere del bambino non dipende dall'orientamento sessuale dei genitori».
«Una privazione» – «Con questa riforma – dice Romano – gli uomini vengono trasformati in semplici donatori di sperma. Macchine. Nel codice civile si stralcia il ruolo dell'uomo. Le famiglie arcobaleno vanno tutelate nell'ambito dell'unione registrata. A un certo punto il bambino vorrà sapere chi è suo papà. E lo potrà sapere solo dopo avere compiuto 18 anni. È una privazione. Si dà il là a una generazione di bambini che non avrà pari diritti rispetto agli altri. Nel caso di una copia etero inoltre si spiega al figlio che il padre magari aveva problemi di fertilità. Nel caso di una coppia omosessuale bisogna spiegare altro».
«Le differenze non devono portare a sofferenze» – Boscolo non ci sta: «Non si può continuare ad avere unioni di serie A e di serie B. Là dove è stato introdotto il matrimonio per tutti il tasso di suicidi è stato ridotto. Le differenze non devono portare a sofferenze. L'unione domestica registrata è discriminatoria. Anche la conferenza cantonale dei genitori ci sostiene. Forse significa che siamo davvero di fronte a un momento storico».