Buchi su buchi al Parco Vira di Savosa. Sparando in zona abitativa, però, si rischia di causare malumori.
SAVOSA - Non solo bambini, cani e sportivi al Parco Vira di Savosa. Recentemente i cinghiali hanno invaso la zona, distruggendo i prati e il campo di calcio. E lasciando i numerosi frequentatori del parco con l'amaro in bocca. La soluzione? Secondo Cantone e Comune, l'abbattimento dei cinghiali da parte di cacciatori. Con un grande "ma".
«Ci siamo rivolti all'Ufficio caccia e pesca», spiega a Tio/20minuti l'Ufficio tecnico di Savosa «e ci sarebbero le condizioni per intervenire da parte di cacciatori». Il problema «è che siamo in vicinanza di abitazioni, perciò la situazione è delicata». Uno sparo, viene infatti sottolineato, può spaventare la gente e creare discussioni.
Avvistati anche alla luce del giorno - Il problema, per Savosa, è poi del tutto nuovo. «È il primo anno che i cinghiali si sono spinti fino al Parco Vira, sembrerebbe che si siano abituati alla presenza dell'uomo». Gli animali non sarebbero ancora stati visti in pieno giorno ma «risulta che siano stati avvistati a più riprese la mattina presto».
Case e strade a un tiro di schioppo - «C'è una certa difficoltà nel gestire i cinghiali in questi comprensori che si trovano praticamente dentro l'abitato», spiega Tiziano Putelli, capo dell'Ufficio caccia e pesca. «La caccia normale qui non può essere esercitata, perché non ci sono né le dovute distanze da strade e case né le condizioni di sicurezza necessarie, in termini di spazio, in caso venga sbagliato un bersaglio».
In questi casi, specifica Putelli, per abbattere gli animali occorre intervenire con un permesso di caccia di guardia campicoltura. Per questo il Cantone si avvale della collaborazione di cacciatori di fiducia che vengono autorizzati a intervenire di notte e ai quali a cui viene assegnata una postazione, nel rispetto delle condizioni di sicurezza.
Nel frattempo, però, un primo passo è già stato fatto. «Settimana scorsa i guardiacaccia hanno abbattuto due cinghiali di grossa taglia durante una ronda», spiega Putelli.
Spari nella notte, e la gente chiama la polizia - La situazione, in questi casi, può però farsi spinosa. «Le sensibilità delle persone vicino all'abitato sono diverse», ammette l'esperto. «Ogni volta che c'è uno sparo in queste zone abbiamo persone che lo segnalano alla polizia. È quasi inevitabile». Tant'è che «recentemente tra Comano e Porza c'è stato attrito tra un cacciatore regolarmente autorizzato e persone del vicinato, che hanno anche chiamato le forze dell’ordine. Dal successivo controllo, l'attività di guardia-campicoltura è però risultata in regola».
I silenziatori impossibili - Il problema si pone perché in Svizzera un fucile silenziato, che in questo contesto sarebbe l’arma ideale, non è conforme al diritto federale in materia di armi e caccia. Il suo utilizzo è dunque al momento vietato, sottolinea Putelli.
«Chiudere il parco» - Che fare, dunque? «Il prossimo passo è quello di monitorare la situazione per capire se, dopo la cattura dei due esemplari, i danni si ripetono o meno. In base all’evoluzione una possibile soluzione è inviare dei cacciatori per l’abbattimento, ma chiudendo il parco». Questo, considerato che l'area è molto frequentata a tutte le ore. «La strategia, specifica Putelli, è ancora da definire «ma penso che la chiusura sarà di almeno una settimana. Per i primi due o tre giorni l’idea è di informare la popolazione rispetto alla chiusura del parco, facendo abituare la gente al cambiamento ed entrando in azione solo successivamente, durante la notte».
Per quanto riguarda invece il campo di calcio, «abbiamo consigliato di rafforzare la recinzione del perimetro di gioco», conclude.