Tuto Rossi in un'interpellanza: «Si smetta di fare politica sulla pelle degli anziani».
Quindi la denuncia: «Il personale sottoposto a tampone perche sospetto, viene mandato lavorare prima di conoscere il risultato del test»
BELLINZONA - «La prima preoccupazione di ogni accusato è quella di dimostrare la propria innocenza, e quindi Silvano Morisoli e Elena Mosconi non possono avere la serenità necessaria per compiere correttamente il proprio lavoro». Così Tuto Rossi in un'interpellanza al Municipio nella quale chiede la sospensione dei direttori degli istituti per anziani di Bellinzona.
«Il Municipio - sostiene l'avvocato bellinzonese - compie un atto irresponsabile, ostinandosi a mantenerli al loro posto, e dimentica il benessere degli anziani».
Secondo Rossi, inoltre, se l’inchiesta penale rivelerà l’incapacità degli accusati, «la loro permanenza alla testa delle case per anziani in questo difficile momento sarebbe catastrofica. Ma in ogni caso, i dirigenti indagati vedono ogni decesso come una nuova possibile accusa contro di loro e quindi possono fare scelte sbagliate».
«I poveri anziani - conclude l'avvocato - sono privati da ogni affetto e da ogni contatto umano (vedono solo personale vestito alla palombaro), e nessuno mette in pratica la possibilità di favorire incontri con famigliari certificati sani. Poi però, il personale sottoposto a tampone perche sospetto, viene mandato lavorare prima di conoscere il risultato del test. Scelte contraddittorie di dirigenti indagati».
Sulla base di quanto sopra al Municipio vengono posti i seguenti interrogativi: