Le Giovani Verdi ticinesi: «Viola Amherd invoca decisioni rivoluzionarie, ma “a casa sua” le manca il coraggio»
BELLINZONA - La presidente della Confederazione Svizzera, Viola Amherd, durante il suo intervento al dibattito generale delle Nazioni Unite del 24 Settembre «ha sottolineato l’urgenza di proteggere la popolazione civile non solo dai conflitti armati, ma anche dagli effetti devastanti del cambiamento climatico e dalla perdita di biodiversità. La presidente ha inoltre ribadito l'importanza di onorare gli impegni internazionali invocando la necessità di prendere "decisioni rivoluzionarie" per affrontare la crisi ambientale». Comincia così un comunicato delle Giovani Verdi Ticino
«Non possiamo restare in silenzio di fronte a queste affermazioni - si legge - che risultano palesemente contraddittorie rispetto alle recenti azioni – o, meglio, inazioni – del Consiglio federale, di cui Amherd è parte integrante e guida come presidente. Solo pochi giorni fa, il popolo svizzero ha respinto l’Iniziativa biodiversità, seguendo le raccomandazioni del Consiglio federale, che l'ha definita “eccessiva”. Questo nonostante sia palese la necessità di un intervento urgente e concreto per salvaguardare la biodiversità, fondamentale per la nostra prosperità presente e futura, in Svizzera».
Lo stesso Ufficio federale dell'ambiente e il recente rapporto sullo stato della biodiversità nel nostro Paese «evidenziano che "lo stato della biodiversità in Svizzera è insoddisfacente: metà degli habitat e un terzo delle specie sono minacciati". Nonostante le misure adottate, "non si è riusciti ad arrestare la perdita di habitat e di diversità biologica". In più, la Svizzera è il fanalino di coda in Europa per la percentuale di aree protette, con una superficie quasi tre volte inferiore alla media europea».
Di fronte a questa realtà, «ci chiediamo: che senso ha invocare "decisioni rivoluzionarie" quando in casa propria si è incapaci di invertire la tendenza? A rendere ancora più imbarazzante l’appello di Amherd è il richiamo della stessa alla lotta contro la disinformazione. Secondo le inchieste giornalistiche di “Republik”, un suo collega di Consiglio federale ha fatto rimuovere dall’opuscolo informativo inviato ai cittadini la frase: "In Svizzera la biodiversità si trova in uno stato preoccupante, che sta peggiorando in continuazione". Un atto che contraddice palesemente i principi di trasparenza e oggettività, fondamentali nel processo di formazione delle opinioni, che Amherd sostiene di voler difendere sul palcoscenico internazionale«.
Le Giovani Verdi «chiedono al governo di fare prova di coerenza. È ora di passare dalle parole ai fatti. La Svizzera ha firmato numerosi accordi internazionali sul clima e sulla biodiversità, tra cui il Quadro Globale sulla Biodiversità di Kunming-Montreal, ma le azioni concrete per proteggere il nostro ambiente e le nostre basi vitali continuano a mancare. È inaccettabile che la Confederazione si sottragga alle proprie responsabilità, con una presidente che si presenta come paladina dell’ambiente sulla scena internazionale, mentre nel suo stesso Paese il degrado ambientale e la perdita di biodiversità avanzano indisturbati».
La popolazione svizzera «merita chiarezza e coerenza da parte dei propri rappresentanti. Non possiamo accettare che le promesse fatte di fronte alla comunità internazionale restino parole al vento, mentre la Svizzera rimane ferma al palo nell'affrontare l'emergenza climatica e ambientale. Chiediamo quindi alla Presidente Viola Amherd e all’intero Consiglio federale di spiegare le contraddizioni tra le dichiarazioni pubbliche fatte all’ONU e le scelte politiche adottate in Svizzera. Se il "veleno" della disinformazione deve essere combattuto, come giustamente sostiene la Presidente, questo impegno deve cominciare dai vertici della nostra rappresentanza politica. Se la Svizzera vuole davvero mostrarsi come un leader credibile di fronte alla comunità internazionale, deve smettere di nascondersi dietro a scuse come "troppo complicato" o "eccessivo". Le decisioni coraggiose, concrete e realmente “rivoluzionarie” invocate da Amherd devono essere prese ora, non solo per fare bella figura all'estero, ma per proteggere concretamente il nostro ambiente qui in Svizzera. Non c'è più spazio per le promesse vuote: è tempo di agire».