A due anni dalla tragedia del Ponte Morandi è stato inaugurato il nuovo viadotto Genova San Giorgio.
Presenti alla cerimonia anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quello del Consiglio Giuseppe Conte.
GENOVA - Pioveva a dirotto, poco meno di due anni fa, quando 43 persone persero la vita a causa del crollo del Ponte Morandi. E sembrava potesse essere così anche oggi per l'inaugurazione del nuovo ponte Genova San Giorgio. Invece a pochi minuti dall'inizio della cerimonia ecco, nel cielo ligure, spuntare un arcobaleno («Forse è una manifestazione simbolica, la tragedia con la pioggia, l'inaugurazione con l'arcobaleno» ha detto il governatore ligure Giovanni Toti). Poi le nuvole diradarsi, quasi a voler aprire la via alle Frecce Tricolori, giunte anch'esse a salutare il nuovo viadotto.
È poi cominciato con l'inno di Mameli il battesimo del nuovo ponte sul Polcevera, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una cerimonia sobria, nel rispetto dei familiari delle vittime.
«Una ferita che non si rimargina» - In precedenza, Mattarella ha avuto un incontro privato con il Comitato dei familiari delle vittime del crollo di Ponte Morandi. I familiari erano stati invitati a partecipare alla cerimonia di inaugurazione, ma aveva opposto il rifiuto perché ritenevano che l'evento prendesse un indirizzo troppo festoso.
«Ci tenevo a incontravi prima della cerimonia del Ponte per sottolineare pubblicamente e in maniera evidente che la ferita non si rimargina, che il dolore non si dimentica e che la solidarietà non viene meno in alcun modo. E condivido la vostra scelta di vederci in prefettura e non sul ponte, non perché l'inaugurazione non sia importante. Lo è per la città naturalmente. Ma perché quest'incontro è un'occasione raccolta, non di frastuono», ha detto il presidente della Repubblica.
«Forza e leggerezza» - La cerimonia è entrata nel vivo con la lettura dei nomi delle 43 vittime. In seguito ha preso la parola il premier Giuseppe Conte: «Questo Ponte ci restituisce un'immagine di forza e anche di leggerezza. È un'opera mirabile frutto del genio italico, di una virtuosa collaborazione tra politica, amministrazione locale, impresa e lavoro».
Il sindaco di Genova e commissario Marco Bucci ha detto: «Il primo pensiero va alle 43 vittime del crollo del ponte Morandi e alle loro famiglie, il secondo ai cittadini di Genova che hanno sofferto, il terzo a tutti coloro che hanno lavorato 24 ore su 24 alla ricostruzione superando problemi enormi, persino un commissario che gridava». Bucci ha nominato tutte le aziende che hanno contribuito alla ricostruzione, come ha fatto l'architetto Renzo Piano, ricordando gli operai. «Spero che sia un ponte amato anche se nasce da un lutto».