Lo afferma l'Oms. Al momento i casi confermati dall'inizio dell'epidemia sono quasi a quota 78mila
Anche se i casi non crescono più alla velocità dei mesi scorsi, l'epidemia di vaiolo delle scimmie continua a soddisfare i criteri per essere considerata una emergenza sanitaria internazionale.
È quanto ha deliberato, con due voti contrari, il Comitato per le emergenze dell'Oms. L'ente si è riunito lo scorso 20 ottobre, ma l'Oms ha comunicato la sua decisione solo ieri.
«Nel complesso, le condizioni che hanno giustificato la determinazione della 'Public Health Emergency of International Concern' persistono, poiché l'epidemia di vaiolo delle scimmie continua a costituire un evento straordinario che pone un rischio per la salute pubblica a causa della diffusione internazionale», ha scritto l'Oms in una nota.
L'andamento dell'epidemia, tuttavia, presenta forti differenze tra i Paesi ad alto e a basso reddito. Nei primi, spiega l'Oms, si è osservato un forte calo dei contagi, ma a oggi, non è chiaro se a determinarlo sia stato «l'adozione di comportamenti sessuali più sicuri tra le popolazioni a più alto rischio; la riduzione stagionale dei grandi assembramenti [...]; l'aumento dei tassi di vaccinazione pre e post esposizione; il possibile aumento dell'immunità a seguito di infezione tra le popolazioni a più alto rischio».
Al contrario, nei Paesi a basso reddito preoccupa, oltre alla ridotta possibilità di accesso a strumenti diagnostici, farmaci e vaccini, la forte carenza di dati: in alcune aree dell'Africa, per esempio, a oggi è difficile determinare se le infezioni siano di origine animale o se si tratti di trasmissione da uomo a uomo.
Anche per queste ragioni, l'Oms al momento ha preferito adottare un atteggiamento cauto, motivato dalla «preoccupazione sulle potenziali conseguenze negative che deriverebbero dal ritiro della dichiarazione di emergenza in questo momento», si legge.
Secondo l'ultimo aggiornamento dell'Oms, dall'inizio dell'epidemia a oggi sono 77.934 i casi di vaiolo delle scimmie confermanti e 36 i decessi.