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ISRAELE

La Shoah all'ombra del 7 ottobre

A 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz si esprimono i sopravvissuti
IMAGO
Naftali Furst
Fonte Times of Israel
La Shoah all'ombra del 7 ottobre
A 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz si esprimono i sopravvissuti

TEL AVIV - Il cittadino israeliano Naftali Furst - uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah - ha sempre preferito mantenere la sua storia per sé. Del resto, come altre vittime del regime nazista in Germania, anche lui ha sempre avuto difficoltà ad aprirsi e a raccontare delle atrocità inflitte al suo popolo. Ma quando lo stesso destino stesso è toccato, seppur in maniera minore, a sua nipote - sopravvissuta all'attacco del 7 ottobre dei guerriglieri di Hamas - Naftali ha nuovamente trovato la forza per parlare del «periodo più buio della sua vita».

In un lungo articolo apparso sul Times of Israel racconta, assieme ad altri sopravvissuti all'olocausto, di uno dei peggiori capitoli della storia umana, commemorato oggi, lunedì 27 gennaio, a 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte dell'armata rossa, dove morirono un milione dei sei milioni di ebrei uccisi dal regime nazista.

In un periodo in cui l’antisemitismo si fa nuovamente sentire in Europa, anche a causa della guerra di Israele a Gaza, Naftali si è detto concorde con l'importanza di istruire i giovani su quel che è successo «per non dimenticare e non ripetere gli errori del passato».

Aveva 10 anni quando il regime nazista lo arrestò assieme alla sua famiglia e lo spedì ad Auschwitz. Era il 1944 e le truppe dell'Unione sovietica stavano già marciando verso la Polonia. Gli ufficiali nazisti decisero allora di spedire i detenuti a piedi in direzione della Germania e dell'Austria: «Chi non riusciva a tenere il passo veniva ucciso sul posto. Sopravvivere significava lottare per non essere lasciati indietro. Ci incoraggiavamo l'un l'altro quando stavamo per cadere, obbligandoci a proseguire e a rimanere con il gruppo per evitare di essere uccisi», ha raccontato il 92enne.

Quando finalmente arrivarono al campo di concentramento tedesco di Buchenwald, furono accolti da un membro della resistenza comunista, Antonin Kalina, in seguito onorato dallo Stato di Israele per aver salvato centinaia di bambini ebrei.

Oggi Naftali presiede un gruppo di ex detenuti di Buchenwald e ha dichiarato di voler fare tutto il possibile «perché il passato non venga dimenticato».

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