Il popolare giornalista in libreria con "Mangia come scrivi". La cucina italiana? «Si identifica con i pizzoccheri»
MILANO - Ne ha piene le scatole di sentire parlare di dieta mediterranea e di coloro che identificano la cucina italiana con pizza e spaghetti al pomodoro che - nati nel Meridione ed "esportati" poi al nord - sarebbero «delle vere schifezze».
A dirlo è il noto giornalista Vittorio Feltri, in libreria con "Mangia come scrivi".
Il vero piatto italiano? «I pizzoccheri!» - In una lunga intervista al Corriere della Sera ha rimesso in chiaro ancora una volta il Feltri-pensiero, stavolta applicato a faccende squisitamente eno-gastronomiche. A cominciare dal piatto che dovrebbe connotare l'Italia che sta dietro ai fornelli: «I pizzoccheri!» ha affermato, ricordando di averli scoperti quando il Corriere lo mandò «a seguire l'alluvione in Valtellina».
È una questione di dignità, dice, da restituire alle ricette del nord: «Si parla solo di Puglia, Sicilia, Napoli. Ma anche qui c’è una cucina di livello da raccontare» cerca di fare intendere una volta per tutte.
La dieta quotidiana di Feltri: «Un uovo a pranzo e uno a cena nel Marsala e un bicchiere di latte» - Lui con il mangiare ci va piano, anzi pianissimo: un uovo a pranzo e uno a cena sciolto nel Marsala, «poi un bicchiere di latte, a pranzo e a cena. Non mangio altro, né carne né pesce» ha confermato al Corsera.
Niente carne e pesce: «Nel mare le deiezioni di 8 miliardi di persone e poi non mi va di ammazzare gli animali» - E ci sono - a suo dire - ragioni avvedute nell'escludere le due categorie dal menù di casa e anche da quello dei ristoranti che frequenta.
Per il pesce, il motivo è che «il mare è pieno delle deiezioni degli 8 miliardi di persone che abitano questa terra. I pesci vivono lì dentro. Perciò evito di mangiarli»; per la carne, non gli va «di ammazzare gli animali. Io li amo tutti. Anche i topi. Ne ho persino allevato uno piccolino in casa anni fa, quando lavoravo al Corriere. Finivo tardi, mia moglie mi lasciava sempre qualcosa da mangiare in sala da pranzo. Una sera alzai lo sguardo, e sulla poltrona di fronte a me trovai un topolino che mi guardava: aveva gli occhietti che sembravano capocchie di spillo, mi fece simpatia. Così sminuzzai un po’ di grana e glielo portai. Per tre mesi tutte le sere, puntuale, il topolino veniva a farmi visita» ha raccontato nel dettaglio il curioso aneddoto al quotidiano milanese.
«Mangio poco perché ho scoperto che i centenari fanno così» - Ma il fatto di fare un uso parco dell'alimentazione ha a che fare anche con l'aspirazione a una ancora lunga permanenza terrena. Non disdegna di osservare quelli più anziani di lui, il Nostro, soprattutto i vegliardi, quelli tanto in là con il tempo.
«Ho scoperto che tutti i centenari mangiano poco - ha spiegato - chi vive a lungo mangia solo una o due uova al giorno».
Ecco da dove ha preso la ricetta - rivista a Marsala - che assieme al famoso bicchiere di latte a pranzo e a cena compongono la sua dieta quotidiana.
Al ristorante con Alberto Stasi, considerato l'assassino di Chiara Poggi - Ogni tanto l'eccezione di un piatto di «riso al salto» al ristorante. E con chi ci va? Anche con «Alberto Stasi, quello che è considerato l'assassino di Chiara Poggi e non lo è: un paio di volte al mese lo porto a “Il Baretto” di Milano. A me piace far sedere le persone a tavola e i miei appuntamenti li organizzo sempre al ristorante. È la mia seconda casa».