Buenos Aires aveva sollecitato la Corte penale internazionale dell'Aja a emettere un mandato di arresto contro il presidente.
CARACAS - Le forze di sicurezza venezuelane hanno circondato nella notte l'ambasciata dell'Argentina a Caracas, dopo che Buenos Aires ha sollecitato la Corte penale internazionale dell'Aja a emettere un mandato di arresto contro il presidente, Nicolas Maduro, per crimini contro l'umanità.
A denunciare per primi sui social "l'assedio" in corso sono stati due oppositori venezuelani rifugiati nella sede diplomatica, dal mese scorso passata sotto il controllo del Brasile. L'elettricità è stata nel frattempo interrotta nell'edificio, i cui accessi sono sorvegliati da agenti armati.
Secondo Pedro Urruchurtu, coordinatore internazionale della leader dell'opposizione María Corina Machado, sul posto ci sono pattuglie e uomini incappucciati, alcuni dei quali apparterrebbero al Servizio di intelligence nazionale bolivariano (Sebin).
Urruchurtu è uno dei sei dirigenti politici che da marzo hanno chiesto asilo all'ambasciata e per i quali il governo argentino ha già chiesto un passaggio sicuro per poter lasciare il Venezuela. Gli altri sono l'ex deputato Omar González, il responsabile della campagna elettorale, Magalli Meda, la coordinatrice di Voluntad Popular, Claudia Macero, il coordinatore elettorale dello stesso partito, Humberto Villalobos, e l'ex ministro Fernando Martínez Mottola, assessore della Piattaforma unitaria democratica (Pud), la principale coalizione dei partiti di opposizione.
Il 'chavismo' al potere nelle ultime ore ha anche deciso di togliere al Brasile la gestione della rappresentanza diplomatica e consolare. Ad agosto, il governo di Luiz Inacio Lula da Silva aveva dato la sua disponibilità ad assumerne la custodia dopo l'espulsione degli addetti argentini. Una misura presa dal governo venezuelano anche nei confronti di altri sei Paesi per aver denunciato presunti brogli alle elezioni del 28 luglio, che hanno attribuito una contestata vittoria a Maduro, concedendogli un terzo mandato di altri sei anni.
Secondo Urruchurtu, tuttavia, "il Brasile continua a rappresentare gli interessi dell'Argentina". "Se il Venezuela vuole revocare la sua autorizzazione, deve aspettare che venga definito un Paese sostitutivo", ha aggiunto in un post su X.
Vente Venezuela, il partito guidato da Machado, si è unito alle denunce. "Pattuglie con agenti del regime continuano ad arrivare alla sede dell'ambasciata argentina a Caracas. Riteniamo Nicolás Maduro responsabile di questo assedio contro i nostri dirigenti rifugiati nell'ambasciata", si legge in un comunicato.