Il presidente sudcoreano si è espresso in merito alla decisione di dichiarare la legge marziale
SEUL - Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, in un nuovo messaggio televisivo alla nazione, ha difeso il suo decreto di legge marziale come atto di governo e ha negato le accuse di ribellione.
«Il mio tentativo di legge marziale non può configurarsi come insurrezione: si tratta di un atto dell'amministrazione governativa e non è soggetta all'esame giudiziario», ha affermato Yoon in vista della nuova mozione di impeachment che le opposizioni guidate dal partito Democratico si apprestato a presentare in Parlamento. «Le opposizioni paralizzano gli affari di stato e con l'abuso di impeachment» in Parlamento, ha rincarato Yoon.
Yoon ha affermato di aver usato il suo potere presidenziale sulla legge marziale «per proteggere la nazione e normalizzare gli affari di stato» contro l'opposizione che ha bloccato l'azione di governo: «l'ho fatto con un giudizio politico altamente calibrato e non soggetto all'esame giudiziario», come le grazie presidenziali o le azioni diplomatiche. «Se messo sotto accusa o indagato, affronterò il giudizio», ha assicurato, rinnovando le accuse all'opposizione sugli ostacoli al governo con tentativi di impeachment e tagli al bilancio 2025.
Dopo il decreto sulla legge marziale, il Parlamento ha approvato il bilancio per il 2025 di 673,3 trilioni di won (471,5 miliardi di dollari) senza il voto bipartisan per la prima volta dalla democratizzazione della Corea del Sud nel 1987. «L'Assemblea nazionale, dominata dal grande partito di opposizione, è diventata un mostro che distrugge l'ordine costituzionale della libera democrazia», ha accusato Yoon, riferendosi al peso della maggioranza assoluta del partito Democratico.
Il presidente ha rivelato di aver ordinato all'ex capo della Difesa Kim Yong-hyun, nel frattempo arrestato, di controllare il sistema di voto della Commissione elettorale nazionale, sollevando dubbi sulla sua credibilità a seguito di presunti attacchi informatici da parte di hacker nordcoreani. E ha anche rivelato di aver discusso dei piani per la legge marziale solo con Kim, informando i membri del gabinetto appena prima della dichiarazione.
«Combatterò fino all'ultimo momento insieme a voi», ha detto Yoon, scusandosi ancora per gli inconvenienti della legge marziale: «Come può un atto di poche ore risultare un'insurrezione?», ha aggiunto, insistendo che lo scopo dell'opposizione è di evitare l'imminente condanna penale del loro leader Lee Jae-myung e forzare la mano con l'impeachment. Una tesi sostenuta dal Chosun Ilbo, testata di Seul, secondo cui Lee spinge alla messa in stato d'accusa anche per la sua stessa sopravvivenza politica: con diversi verdetti incombenti, a partire dalla corruzione, un'elezione anticipata può aiutare Lee a evitare una potenziale squalifica.
Intanto, la Corte suprema ha confermato i due anni di reclusione a carico di Cho Kuk, ex ministro della Giustizia e capo del partito d'opposizione Rebuilding Korea Party, per frode accademica legata ai suoi figli e un'interferenza illegale su un'ispezione governativa. Perderà il suo seggio parlamentare e il diritto di correre alle presidenziali per i prossimi 5 anni.
«Mi scuso di nuovo con le persone che devono essere state sorprese e ansiose a causa della legge marziale. Per favore, fidatevi della mia lealtà verso il popolo», ha aggiunto, nell'imminenza della nuova mozione di impeachment delle opposizioni. «Non eviterò la responsabilità legale e politica riguardo alla dichiarazione della legge marziale», ha aggiunto, accusando l'opposizione di aver spinto il paese in una «crisi nazionale».