Nel frattempo la Corte costituzionale terrà la seconda udienza del processo di impeachment
SEUL - Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha sfidato oggi l'ordine degli investigatori di presentarsi per un secondo giorno di interrogatorio sulla sua breve imposizione della legge marziale del 3 dicembre. Lo ha riferito l'agenzia anticorruzione (Cio), secondo cui i legali di Yoon hanno notificato all'agenzia con 10 minuti di anticipo che non si sarebbe presentato all'interrogatorio programmato per le 14 locali (6 in Svizzera). Yun Gap-geun, un avvocato del pool che segue il presidente in arresto da mercoledì e sotto impeachment, ha riferito alla Yonhap che Yoon «non sta bene. Ha già spiegato completamente la sua posizione ieri».
Yoon, nel mezzo della peggiore crisi politica da decenni in Corea del Sud, è diventato il primo presidente in carica a finire in manette nella giovane storia democratica del Paese, ponendo fine a un braccio di ferro di alcune settimane con le autorità dopo che la polizia ha fatto irruzione mercoledì prima dell'alba nella sua villa fortificata sulle colline del centro di Seul. Il presidente deposto ha affermato di essersi consegnato per prevenire quello che ha definito il rischio di «uno sgradevole spargimento di sangue», pur continuando a contestare «la legalità dell'indagine e un mandato di arresto non valido».
Le autorità dell'Ufficio per le indagini sulla corruzione per alti funzionari (Cio) hanno 48 ore per interrogare il presidente sospeso, dopodiché devono richiedere un mandato per trattenerlo fino a 20 giorni o rilasciarlo. Yoon si è finora rifiutato rispondere alle domande degli investigatori che avevano stilato un questionario di oltre 200 pagine, hanno riferito i media locali. Dopo aver trascorso la sua prima notte in una cella d'isolamento del Seoul Detention Center, Yoon torna nella disponibilità degli investitori per nuovi interrogatori ha riportato la Yonhap. Contemporaneamente è in programma la seconda udienza dinanzi alla Corte costituzionale sul procedimento di impeachment presidenziale.
I sondaggi hanno mostrato che la maggioranza dei sudcoreani sostiene la messa in stato d'accusa di Yoon per i fatti incredibili e inattesi del 3 dicembre, ma è più prudente sui controversi tentativi di arrestarlo al punto che il People Power Party, il partito al governo del leader sotto accusa, ha recuperato terreno nelle intenzioni di voto nei confronti del Partito Democratico che, pur all'opposizione, controlla il Parlamento di Seul.