L'allarme di Travail Suisse, nell'era del lavoro “intelligente” un dipendente su due si definisce «esausto».
BERNA - Il lavoro nell'era della digitalizzazione è più impegnativo, stressante e invadente. Per questo motivo l'associazione di categoria Travail Suisse chiede che vengano garantite ai dipendenti almeno 6 settimane di vacanza.
«Burn-out ed esaurimenti nervosi sono in costante aumento, ormai da anni», spiega l'associazione, «questo è dovuto a giornate lavorative eccessivamente lunghe e frammentate a causa della digitalizzazione».
Stando a un recente sondaggio fra i lavoratori, «il 40% degli intervistati ha indicato dei sentirsi esausto». Per questo, sempre più dipendenti finiscono per ammalarsi, sia fisicamente sia mentalmente. Il motivo sarebbe da ricercasi nelle mutazioni che, nel corso del tempo, hanno interessato il mondo del lavoro.
«Negli ultimi anni i processi di lavoro sono stati costantemente accelerati, mentre i datori di lavoro chiedono sempre più flessibilità ai dipendenti e quindi una maggiore disponibilità al lavoro», afferma Thomas Bauer, responsabile della politica economica di Travail Suisse.
Gli fa eco il presidente Adrian Wüthrich: «La protezione della salute dei dipendenti non può e non deve essere negoziabile. La flessibilità idealmente dovrebbe tutelare la salute e la vita privata dei lavoratori, non tutto il contrario».
La soluzione? Per Travail Suisse è necessario intervenire tanto sugli orari quanto sulle ferie: quindi giornate di lavoro meno lungo e più settimane di vacanza. Per questo «i dipendenti dovrebbero avere diritto ad almeno sei settimane di ferie pagate. Per quanto riguarda gli straordinari, questi non devono essere mai superiori all'ora».