Se i volumi di esportazione sono aumentati a 72 miliardi, la loro quota sull'insieme dell'export elvetico si è nettamente ridotta
BERNA - I volumi di esportazione dell'industria Mem svizzera (cioè quella che interessa le macchine, l'elettronica e i metalli) sono aumentati negli ultimi 25 anni, passando da 51 a 72 miliardi di franchi, ma la loro quota sull'insieme dell'export elvetico si è nettamente ridotta, praticamente dimezzandosi.
È quanto mette in evidenza oggi un'analisi dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc). Nel 1998 macchine, apparecchi elettronici, strumenti di precisione, veicoli e metalli costituivano il 46% dei flussi che partivano dalla Svizzera verso l'estero, mentre nel 2022 il dato è sceso al 26%. Nello stesso periodo sono saliti costantemente i prodotti chimici e farmaceutici, passati dal 29% al 49%. L'erosione della quota Mem è comunque un po' rallentata: era del 3% all'anno fra il 2000 e il 2009 ed è scesa al 2% dal 2009 al 2022.
Il declino dell'importanza del comparto Mem sull'insieme delle esportazioni è soprattutto dovuto al suo ramo di punta, quello dei macchinari e dell'elettronica, fiore all'occhiello del made in Switzerland. Nel 2022, le vendite all'estero di questo segmento hanno totalizzato 33 miliardi di franchi, solo il 4% in più del 1998. La crescita annua è stata quindi dello 0,2%, a fronte del +4% registrato dall'export complessivo. Tra le altre industrie Mem, solo gli strumenti di precisione hanno registrato una progressione annua superiore alla media, pari al 4,6%.