Respinti i ricorsi contro i procuratori nell'atto d'accusa contro l'ex CEO di Raiffeisen
ZURIGO - I procuratori che si sono occupati di redigere l'atto d'accusa contro l'ex Ceo di Raiffeisen Pierin Vincenz non erano di parte: è la conclusione a cui è giunto il Tribunale cantonale di Zurigo, che respinge quindi i ricorsi presentati contro i magistrati.
Ad innescare tali querele era stato il fatto che il Ministero pubblico zurighese aveva chiesto una verifica dell'atto d'accusa a esperti esterni prima del processo. L'ex Ceo e alcuni dei coimputati avevano criticato il fatto che che questo passaggio non fosse stato loro comunicato in anticipo. Inoltre - avevano rilevato - il Codice di procedura penale svizzero non prevede il coinvolgimento di esperti esterni. L'ufficio del procuratore ha quindi disatteso le regole sotto vari aspetti, avevano sostenuto.
Ciò aveva indotto Vincenz a presentare una richiesta di ricusazione contro i procuratori. Tuttavia, come ha annunciato oggi la corte zurighese, non è stato possibile stabilire che il dossier sia stato trattato con parzialità. Il ricorso è stato quindi respinto. La decisione non è ancora giuridicamente vincolante: Vincenz e gli altri coimputati possono portare la questione davanti al Tribunale federale (TF).
Procedura insolita - Il fatto che i procuratori facciano leggere i loro atti d'accusa a esperti esterni "per garantirne la qualità" è stato discusso anche dal Gran Consiglio zurighese. Diversi parlamentari hanno giudicato questo modo di procedere "molto insolito" e si sono interrogati sulla base legale che lo consente. Interpellato, il Consiglio di Stato non si è espresso in merito "a causa del procedimento in corso".
Il Ministero pubblico del Canton Zurigo si sta attualmente occupando del procedimento contro Vincenz e gli altri imputati. Nel febbraio di quest'anno il Tribunale cantonale aveva annullato "per gravi vizi di procedura" la condanna di prima istanza contro l'ex Ceo di Raiffeisen, incaricando la procura di presentare un nuovo atto d'accusa.
L'ufficio del procuratore non ha tuttavia accettato la decisione della corte e ha presentato ricorso presso il TF: i giudici di Losanna devono ancora esprimersi in merito. Se la suprema corte dovesse giungere alla conclusione che l'atto d'accusa era effettivamente viziato, la procura dovrà rivederlo e riportarlo davanti al tribunale distrettuale, di primo grado. Ci vorranno sicuramente diversi anni prima che si arrivi a una sentenza definitiva.
Profitti illegali milionari - Il 13 aprile 2022, il Tribunale distrettuale aveva condannato in prima istanza Vincenz a tre anni e nove mesi di detenzione da scontare. Beat Stocker, ex socio in affari di Vincenz ed ex direttore della società di carte di credito Aduno (ora Viseca) era stato a sua volta condannato a quattro anni di detenzione, pure da scontare.
L'ex Ceo di Raiffeisen era stato riconosciuto colpevole di ripetuta appropriazione indebita, ripetuta amministrazione infedele, falsità in documenti, truffa, tentata truffa e corruzione passiva. La sentenza di primo grado, contro la quale sia Vincenz che la stessa Raiffeisen hanno presentato ricorso, obbligava inoltre i due imputati principali a restituire 2,6 milioni di franchi (1,3 milioni ciascuno) a una società da loro danneggiata.
I due ex soci in affari avrebbero realizzato profitti illegali milionari (9 milioni per Vincenz e 16 milioni per Stocker) attraverso partecipazioni segrete che detenevano in quattro società poi rilevate dalla banca Raiffeisen e da Aduno. Vincenz avrebbe accollato a Raiffeisen più di mezzo milione di franchi di spese per visite in locali a luci rosse e viaggi privati.