L'attivista Julia Peters, che si occupa di sostenere i rifugiati: «Sommersa da commenti d'odio o email aggressive. Sto pensando di mollare»
ZURIGO - Cacca di cane nella cassetta delle lettere. Bigliettini ostili. E una lettera... con l'immagine di un uomo che fa il saluto nazista tenendo una bandiera ucraina.
Questo è ciò che Julia Peters - responsabile dell'associazione "Good Friends for Ukraine" - si trova costretta a vivere nel suo quotidiano. E che - ammette sulle pagine del TagesAnzeiger - la sta portando a pensare di «smettere con questo lavoro».
L'obiettivo dell'associazione è quello di sostenere i rifugiati ucraini a Zurigo e creare collegamenti con le imprese locali. Ogni volta che parla pubblicamente a nome dell'associazione, Peters riceve attacchi e insulti. «Vengo sommersa da commenti d'odio o email aggressive», racconta. Va avanti, sperando che qualcuno le riconosca il valore di ciò che fa. Ma, sottolinea, accade sempre più di rado.
Non è passato molto da quando ha raccontato a 20 Minuten dell'attacco d'odio contro due ucraini durante un evento del sindacato Unia ad Arbon (Canton Turgovia). Un partecipante aveva lanciato un pezzo di torta ai piedi di un rifugiato ucraino, dicendogli: «Mangia, parassita». Episodio, tra l'altro, confermato dal sindacato stesso.
Dopo aver commentato pubblicamente l'accaduto, Peters ha ricevuto una cartolina offensiva e una lettera contenente una foto: l'immagine mostrava un uomo con una bandiera ucraina e una stella di David mentre faceva il saluto nazista. Il mittente: un negozio di informatica in Germania.
Il negozio menzionato si trova a Mönchengladbach, ed è di proprietà di Hennadiy Kuvshynov. Anche lui, come Peters, dirige un'associazione di supporto ai rifugiati ucraini chiamata "Mönchengladbach hilft der Ukraine", che tra l'altro avrebbe fornito beni e medicinali per un valore di un milione di euro all'Ucraina.
Da circa due mesi, però, anche Kuvshynov è vittima di episodi strani. Riceve telefonate da ucraini infuriati, che lo accusano di aver inviato loro lettere dal contenuto osceno o malevolo. Come quella ricevuta da Peters. L'obiettivo del vero mittente è chiaro: «Seminare discordia tra gli ucraini», sottolinea Peters.
Secondo i dati resi noti in Germania a maggio 2024: dal 1º marzo 2022 sono stati registrati 2600 crimini a sfondo politico contro gli ucraini. Di questi, 166 sono violenti (percosse, lesioni).
In Svizzera dati simili non vengono raccolti, ma le organizzazioni locali percepiscono un cambiamento nel clima sociale.
Anche Sasha Volkov, di "Ukrainian Society of Switzerland", nota un calo di solidarietà e una crescente ostilità verso i rifugiati ucraini, manifestato attraverso frasi come «non vogliono tornare a casa», «non si integrano», «non vogliono lavorare».
Sul piano politico, lo statuto di protezione S dei rifugiati ucraini è sotto pressione. Il responsabile del Dipartimento della sicurezza del Canton Zurigo Mario Fehr, ha proposto di rimpatriare i rifugiati che non lavorano o non provengono da aree occupate o in guerra. Altre proposte includono la perdita automatica dello status per chi lascia la Svizzera per più di 14 giorni.