Il Consiglio di Stato fa il punto della situazione sui riversamenti di acque luride a Porto Ceresio
Due progetti, attualmente in corso, dovrebbero risolvere finalmente l'annoso problema
BELLINZONA - Il tema delle microplastiche e dell’inquinamento dei laghi ticinesi è al centro di una risposta del Governo ad un’interrogazione del deputato Tiziano Galeazzi (UDC). La parte, forse, più interessante riguarda il tema dell’impegno italiano nel rimediare alla situazione critica del lago di Lugano, a causa della qualità del torrente Bolletta che sfocia a Porto Ceresio. Problemi che, da anni, come noto derivano sia dallo scarico dell’impianto di depurazione di Quasso al Monte sia dagli scaricatori di piena a lago che, per le precipitazioni sempre più intense, entrano in funzione molto più spesso.
«Sono attualmente in corso due progetti che mirano al risanamento del bacino del Bolletta» scrive il Consiglio di Stato, secondo il quale «una volta ultimati questi lavori vi è da attendersi un significativo miglioramento della situazione qualitativa di Porto Ceresio. In particolare per quanto concerne il fosforo, i cui carichi convogliati a lago nell’ultimo lustro risultano ancora superiori ai limiti critici».
Il primo progetto Interreg Italia-Svizzera Acqua Ceresio (2 milioni di euro di budget sul fronte italiano e 120mila franchi da parte svizzera) prevede interventi sul sistema di smaltimento delle acque luride negli altri comuni del bacino, quali Quasso al Monte, Besano, Bisuschio e Viggiù. L’altro progetto finanziato con oltre un milione di euro dal cosiddetto Patto per la Lombardia riguarda il risanamento del sistema di smaltimento nei comuni di Brusimpiano, Lavena Ponte Tresa e Porto Ceresio. Alla luce di questi lavori, secondo il Consiglio di Stato, «lo sforzo finanziario profuso dalle autorità italiane per risanare la situazione è innegabile».