Il Governo sta monitorando che chiunque benefici di denaro americano aderisca alle linee anti-woke e anti-gender.
BERNA / WASHINGTON - Alla stessa velocità con cui era stata idealmente issata, la bandiera arcobaleno è stata (sempre virtualmente) rimossa dal pennone dell’ambasciata statunitense a Berna.
Basta soldi USA a progetti LGBT - Da quando Donald Trump è diventato presidente degli USA, i temi LGBT e quelli riguardanti l’uguaglianza, il rispetto e l’inclusione non sono più all’ordine del giorno. Non solo: non vengono più finanziati con i soldi dei contribuenti a stelle e strisce.
Il monitoraggio dell'esecutivo - E, stando a quanto riporta la NZZ, la neutralità di genere nel linguaggio è scomparsa, così come non sarà più sponsorizzato il Pride. Ma il nuovo esecutivo statunitense non si ferma qui: il Governo sta monitorando che chiunque benefici di denaro americano, dalle università alle aziende, aderisca alle linee anti-woke, anti-gender e anti-cambiamento climatico.
La situazione all'ambasciata USA a Berna - La questione riguarda anche le realtà svizzere che hanno rapporti, economici e non, con le ambasciate USA. Diverse domande definite «sgradevoli» sono state poste, per esempio, al Politecnico di Zurigo. Ora sembra essere il turno dei fornitori. Nella mail inviata, si legge che «le missioni statunitensi rivedono tutti i contratti per assicurarsi che siano conformi ai recenti ordini esecutivi della Casa Bianca».
Il chiarimento della portavoce - Per non perdere il contratto, tuttavia, precisa la portavoce della rappresentanza diplomatica, non è necessaria alcuna «revisione approfondita». Servirà solo «confermare la conformità alle norme», senza però fornire ulteriori dettagli.
Obiettivo: grandi fornitori - Non si sa quali aziende svizzere riceveranno la mail o un questionario. A quanto pare, l’obiettivo è puntare soprattutto sui grandi fornitori. In particolare quelli controllati da cittadini statunitensi o che impiegano personale USA.