Durante la prima ondata gli organizzatori delle Misure attive avevano sospeso le attività in presenza
BELLINZONA - Le attività in presenza degli organizzatori di Misure attive (corsi, accompagnamenti, impieghi) per le persone che risultano iscritte agli Uffici regionali di collocamento in quanto disoccupate erano state interrotte durante la primavera, per salvaguardare la loro salute ed evitare il propagarsi dei contagi. Ora che è iniziata la seconda ondata (ufficialmente il 1. ottobre), ci si chiede se non sia il caso di intervenire nuovamente. O, perlomeno, se lo domanda il gruppo MPS-Pop-Indipendenti, che ha inoltrato una mozione al Consiglio di Stato.
«Tra i luoghi a maggior rischio di contagio figurano i mezzi pubblici, in particolare durante gli orari di punta, e gli spazi chiusi (aule, uffici) - scrivono -. La formazione, i colloqui di consulenza, i momenti di pratica possono tranquillamente essere svolti a distanza». Il consiglio è a «privilegiare un tipo di formazione e accompagnamento a distanza rispetto a modalità in presenza».
La mozione, dunque, punta a proporre «alcune misure di tutela della salute e della sicurezza per le persone alla ricerca di impiego e per gli operatori e le operatrici delle Misure attive»: svolgere a distanza tutto ciò che è possibile, sospendere le attività al chiuso, rendere obbligatoria la mascherina per le poche attività rimanenti in presenza, ritardare l’inizio e anticiparne la fine (per evitare gli orari di punta), non sospendere il versamento dell’indennità di disoccupazione durante la sospensione delle Misure attive.