Sostanzialmente positivo il bilancio del Laboratorio cantonale. Con qualche eccezione relativa in particolare alla disinfezione
LUGANO - Per tutelare la salute dei bagnanti, l’acqua delle piscine accessibili al pubblico deve sottostare a requisiti molto stringenti.
La persona responsabile deve provvedere affinché siano rispettati i requisiti microbiologici, le concentrazioni dei disinfettanti e le concentrazioni massime di sostanze inquinanti o derivanti dalla disinfezione. Oltre a questo, gli impianti di trattamento delle acque devono essere approntati, gestiti o modificati conformemente alle regole tecniche riconosciute.
Anche nel 2024 il Laboratorio cantonale ha proseguito la sua attività di controllo ufficiale delle piscine pubbliche presenti sul territorio cantonale, visitando 47 attività fra stabilimenti balneari, ospedali e case di cura, strutture educative, centri fitness/wellness e strutture di vacanza, per un totale di 82 vasche.
I controlli includevano la verifica della documentazione del controllo autonomo, lo stato e la modalità di gestione degli impianti, nonché l’analisi della qualità dell’acqua, effettuata sul posto e tramite prelievo di campioni analizzati successivamente in laboratorio.
Poche quelle insufficienti - Per quanto riguarda gli esiti ispettivi, si è constatato con soddisfazione che la grande maggioranza delle attività visitate era in possesso del manuale di autocontrollo e disponeva di impianti idonei. Le contestazioni più frequenti riguardavano in particolare l’assenza di sistematicità nel protocollare i controlli giornalieri delle vasche e l’aggiunta quotidiana di acqua fresca, così come l’assenza di pianificazione di analisi chimiche nel corso della stagione. Solo il 2% dei campi di valutazione è stato giudicato insufficiente.
I controlli sulla qualità dell’acqua hanno mostrato una buona qualità microbiologica (nessun campione non conforme dei 22 campioni prelevati), mentre hanno evidenziato alcune criticità circa la gestione del sistema di disinfezione e dei sotto-prodotti della clorazione.
Quattro le non conformità gravi - Se da una parte nella maggior parte delle vasche è stata rilevata una concentrazione di cloro libero, misurata sul posto per ciascuna vasca, conforme (78%) o di esigua non conformità (8%), in 4 casi (5%) le non conformità sono state giudicate gravi.
In tre di questi casi, due dei quali riguardanti due vasche della stessa attività, il cloro libero in acqua è risultato praticamente assente, rendendo dunque inefficace la disinfezione. Nel quarto caso la concentrazione di cloro libero superava nettamente il limite massimo previsto dalla legge. Queste non conformità erano dovute a problemi tecnici, in particolare a malfunzionamenti dell’impianto di disinfezione o degli apparecchi per il controllo quotidiano del cloro. Considerato che la sicurezza del bagnante non poteva essere garantita e che le non conformità non potevano essere corrette immediatamente, le piscine sono state chiuse al pubblico fino a risoluzione del problema.
In due casi si è resa necessaria la chiusura delle piscine - Per quanto riguarda i sotto-prodotti della clorazione, in particolare l’analisi dei trialometani (THM) ha rilevato due casi (5%) di superamento massiccio per i quali si è reso necessario la chiusura delle piscine fino a risoluzione della situazione. La concentrazione di THM dipende da molteplici fattori, in particolare la quantità di cloro presente, la materia organica, il numero dei bagnanti, il pH e la temperatura dell’acqua.
Oltre che alla corretta concentrazione del disinfettante e alla regolare manutenzione dei filtri, è importante che il responsabile provveda ad aggiungere quotidianamente sufficiente acqua fresca in base al numero dei bagnanti. È inoltre importante sottolineare l’importanza di farsi una doccia prima di entrare in piscina, in quanto le creme e l’eventuale sudore influiscono in modo importante su questi composti.
I risultati ispettivi e analitici non conformi sono stati contestati alle aziende, richiedendo adeguate e celeri azioni correttive. Per i casi nei quali si è reso necessario intervenire immediatamente limitando l’accesso dei bagnanti alle piscine, oltre alla procedura amministrativa è stata avviata anche una procedura contravvenzionale nei confronti della persona responsabile.