Alla sbarra un 31enne tedesco che dovrà rispondere dell'omicidio della sua compagna inglese di 22 anni.
Il corpo della giovane fu ritrovato nel bagno dell'hotel di Muralto il 9 aprile del 2019.
BELLINZONA - È stato probabilmente il caso di cronaca nera più eclatante del 2019 in Ticino. I suoi echi hanno oltrepassato i confini svizzeri raggiungendo tutta l'Europa. E in particolar modo hanno varcato la Manica, sbarcando in Gran Bretagna. Nazione d'origine della giovane vittima. Stiamo parlando del delitto avvenuto il 9 aprile in una stanza dell'Hotel La Palma Au Lac di Muralto, per il quale oggi un 31enne tedesco - compagno della giovane deceduta - è chiamato a rispondere dei reati di assassinio, omicidio intenzionale, subordinatamente omicidio colposo.
Il processo era inizialmente previsto per l'inizio di luglio. Ma allora era stato rimandato «a data da definirsi» per la necessità di «approfondimenti scientifici» relativi ad alcune analisi di laboratorio agli atti.
Il ritrovamento del cadavere - Tutto inizia poco prima delle sette di quella mattina. È allora che nel bagno della camera 501 del lussuoso hotel in riva al Verbano viene rinvenuto il cadavere di una giovane inglese di appena 22 anni. A dare l'allarme, in precedenza, è stato lo stesso imputato che al portiere dell'albergo ha dichiarato di aver trovato la compagna svenuta. La giovane, però, non respirava già più e i soccorritori non poterono far altro che constatarne il decesso.
L'arresto - Qualche ora dopo il rinvenimento del corpo senza vita della giovane, la polizia cantonale e il Ministero pubblico riferiscono del fermo del suo compagno di stanza, precisando che la «sua posizione è al vaglio degli inquirenti». Tre giorni dopo le autorità cantonali confermano l'arresto dell'uomo. L'autopsia aveva infatti rivelato che la morte della donna era sopraggiunta a causa dell'asfissia dovuta allo strangolamento. Da allora il tedesco, residente nel canton Zurigo, si trova in carcere in regime di detenzione preventiva.
La difesa - Il 31enne imputato, però, ha sempre negato l'atto intenzionale. L'uomo ha infatti sempre sostenuto si fosse trattato di un incidente, «di un gioco erotico finito male». Una tesi, questa, che ovviamente non ha per nulla convinto la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, titolare dell'inchiesta fin dall'inizio.
L'accusa - Per la pp, infatti, dietro al delitto vi sarebbe un movente economico. Il 31enne avrebbe infatti strangolato la compagna per impadronirsi dei suoi soldi e saldare in questo modo i suoi debiti (soprattutto gli alimenti per il figlio di una precedente relazione). Tra le prove a sostegno di questa tesi, vi fu il ritrovamento della carta di credito della giovane inglese - ricchissima di famiglia e alla quale lo zio aveva appena versato 30mila sterline sul conto corrente - occultata nell'ascensore dell'albergo. Per l'imputato quel gesto fu «solo uno scherzo», per la procura, invece, l'intenzione di nascondere una prova.
Fatalità o assassinio? La sentenza uscirà dal processo che inizia oggi e che sarà presieduto dal giudice Mauro Ermani.