Il consigliere nazionale Piero Marchesi rilancia la questione dei conti statali in rosso: «Se non abbiamo soldi, si sprechi meno».
Intanto però l'economista Amalia Mirante critica l'iniziativa del fronte della destra: «Non si può pensare di risolvere i problemi tagliando o frenando a caso il numero di dipendenti pubblici».
BELLINZONA - «Troppi dipendenti pubblici in Ticino. È ora di mettere un freno». Piero Marchesi, consigliere nazionale UDC, ne è sempre più convinto. E lo ribadisce a tio.ch. A immagine dell’iniziativa popolare che intende lanciare assieme al fronte della destra. «Il Governo ticinese ha chiuso il 2023 con un disavanzo di 121,8 milioni di franchi – afferma –. Il cittadino si chiede come sia possibile continuare ad accumulare deficit».
Le tre grosse variabili – Qualche mese fa il Governo, in sede di consuntivo, si è giustificato spiegando che ci sono stati tre fattori importanti nella crescita del debito pubblico: dalla mancata distribuzione di utili da parte della BNS al nuovo modello di calcolo dell’imposta di circolazione, fino alla questione dell’aumento dei premi di cassa malati.
Lo studio – Marchesi non ne vuole sapere: «Il Dipartimento finanze ed economia ha commissionato all’Istituto superiore di studi in amministrazione pubblica di Losanna una ricerca. Ed è emerso che in nove voci su dieci spendiamo di più rispetto alla media degli altri Cantoni. Solo sulla formazione spendiamo meno. Nell’amministrazione generale, e parlo dunque dei dipendenti del Cantone, spendiamo il 33% in più rispetto agli altri».
«Si approfitti dei pensionamenti e delle partenze» – Uno studio che potrebbe rappresentare un buon punto di partenza per chi è chiamato a risanare le finanze cantonali. Ancora Marchesi: «Bisognerebbe approfittare delle partenze naturali. Tra pensionamenti e disdette da parte dei collaboratori si arriva a circa 230-240 casi l’anno. Queste persone non andrebbero sostituite. O solo in parte. E invece mi risulta che si sia continuato ad assumere. Attualmente i dipendenti cantonali nel complessivo sono circa 9’300»
«Quelle assunzioni in più» – Secondo Marchesi si tratterebbe di un numero esagerato. «Negli ultimi cinque anni ne sono stati assunti diverse centinaia, al netto dei pensionamenti. Circa 750. Io vorrei chiedere ai cittadini se in questi cinque anni, con queste 750 assunzioni in più, hanno notato un miglioramento delle prestazioni».
«Rispettiamo il budget che abbiamo» – Il consigliere nazionale solleva un'altra questione. «Siamo abituati a viaggiare a standard troppo alti. Esagerati. Parliamo delle piste ciclabili. Se non sono perfette non le vogliamo. Ma se non abbiamo soldi, sarebbe il caso di trovare soluzioni intermedie: magari piste un po' meno larghe, soprattutto dove i passaggi sono limitati. Come in ogni famiglia, si dovrebbe cercare di trovare le soluzioni con il budget che si ha a disposizione».
«Quel divario...» – Infine, un’ultima riflessione. «Le imposte delle persone fisiche non bastano più neanche per pagare gli stipendi dei dipendenti statali. Gli stessi che qualche mese fa hanno manifestato, anche legittimamente, per il mancato riconoscimento del carovita. Allo stesso tempo il cittadino deve limitarsi a pagare senza potersi lamentare. Vedo un divario sempre più pericoloso tra chi lavora per lo Stato, che tra mille difficoltà ha comunque il posto fisso e condizioni salariali sopra la media, e chi fuori invece non è sicuro di avere ancora il posto di lavoro il mese successivo».
L'economista Amalia Mirante: «Marchesi sia concreto, dica dove e come frenare»
Amalia Mirante, economista, deputata e co fondatrice del movimento Avanti e Ticino&Lavoro, non è d'accordo con le idee di Marchesi. «Il tema andrebbe affrontato in un'altra maniera. Innanzitutto i confronti intercantonali vanno sempre contestualizzati. Bisogna sempre vedere che tipo di servizio si offre. In Ticino per esempio la presenza dello Stato sociale e degli aiuti alla popolazione è molto alta. Questo dipende da problemi strutturali legati ai bassi salari o all'età media elevata della cittadinanza. Ed è giusto che il Cantone intervenga e spenda in questo settore visto il contesto. Bisognerebbe fare un'analisi dettagliata della spesa pubblica e dei compiti, sono la prima a dirlo. Ma non si può lanciare a caso un'iniziativa sui tagli o sul freno del personale. Non la vedo come un'idea concreta. Dove bisognerebbe tagliare o frenare? E come? Urge una radiografia seria, ponderata e scientifica. E il mandato dovrebbe essere dato in esterno in modo che ogni franco usato dal Cantone sia davvero analizzato con neutralità e competenza».