L'atto parlamentare, firmato da Galeazzi (UDC), si concentra sugli Spitex che percepiscono i contributi cantonali.
BELLINZONA - «In questo delicato periodo sanitario, dove da anni si cercano soluzioni per poter arrestare la corsa al rialzo dei premi di cassa malati e nuove soluzioni di cura per far fronte all’aumento demografico delle persone anziane, (e loro necessità) con la presente interrogazione si vorrebbero chiarire alcuni aspetti riguardanti le cure a domicilio». Comincia così l'atto parlamentare scritto dal granconsigliere UDC Tiziano Galeazzi e rivolto all'esecutivo cantonale.
«Verso un Ticino da 100'000 anziani» - «Lo scenario demografico considerato (USTAT 2016-2045) prevede, entro il 2030 un forte aumento della popolazione anziana di terza e quarta età in Ticino - continua l'interrogazione - Nel 2018 sono state erogate nel nostro Cantone circa 1,2 milioni di ore di cura LAMal. Nel 2022, ne sono state erogate 1,5 milioni». Per affrontare questa sfida, il Ticino «ha deciso per una strategia che tiene conto del reciproco interesse, ovvero il desiderio della popolazione di rimanere a casa propria e quello del Cantone, che mira a una gestione economicamente sostenibile su un medio-lungo periodo. Il mantenimento a domicilio è il 50% più economico rispetto a quello in casa per anziani e l’80% più economico rispetto a un ricovero in ospedale».
Il finanziamento - Si manifesta dunque «la necessità di avere un sistema forte di cure a domicilio. Il Cantone si è quindi dotato delle basi legali per collaborare con prestatori di servizio pubblici e privati nell’erogazione delle ore di cura necessarie, incrementando il numero dei mandati di prestazione che risultano in costante aumento». Tutti gli operatori «lavorano in base a un identico catalogo di prestazioni sancito nella LAMal. Gli Assicuratori malattia finanziano il settore con tariffe “politiche” di CHF 76.90, 63.00, 52.60 /ora a dipendenza del tipo di prestazione. Questo finanziamento non copre che in parte il costo del lavoro e non copre affatto gli altri costi legati alla funzione (es. chilometri percorsi e tempo di trasferta). Ogni Cantone è invitato dalla Confederazione a finanziare la parte rimanente per coprire il costo effettivo delle prestazioni. Gli operatori contrattualizzati dal Cantone con mandato di prestazione ricevono quindi un finanziamento ulteriore denominato “Finanziamento Residuo”, il cui scopo è quello di coprire il divario “gap” tariffario provocato dall’applicazione di tariffe “politiche” fissate a livello federale nella LAMal e pagate dagli Assicuratori malattia)».
Una distorsione da chiarire - L’accusa secondo cui «il settore dell’assistenza e cure a domicilio rappresenti la causa dei costanti aumenti dei premi di cassa malati per i cittadini è infondata anzi, esso contribuisce invece a fare risparmiare il sistema sanitario. Come si vede nel grafico sottostante, solo il 3% dei costi generati è imputabile al sistema Spitex. I dati dell’ufficio federale di statistica mostrano che su 91,5 miliardi di franchi di costi generati nel 2022 (con un incremento di 2,2 miliardi di costi rispetto all’anno precedente), la parte delle cure a domicilio è tra le meno incisive malgrado ci sia stato un forte incremento negli ultimi anni, dato appunto dall’invecchiamento della popolazione».
La situazione in Ticino - Delle circa «1.2 milioni di ore di cura necessarie nel nostro Cantone, circa il 50% di queste sono erogate da attori pubblici e 50% da attori privati. Dei 50 milioni di franchi stanziati, circa 2/3 vanno agli attori pubblici e 1/3 agli attori privati. Sembra ci sia una disparità di trattamento tra i servizi privati, pubblici e infermieri indipendenti. Infatti, a fronte dello stesso tipo di attività, svolta da persone con le stesse qualifiche, il riconoscimento finanziario è totalmente diverso, comportando anno dopo anno l’aggravarsi della situazione finanziaria per i servizi privati che sono assolutamente necessari per adempiere al compito di fornire ore di cura alla popolazione anziana. Per contro, con questo sistema i servizi di assistenza e cura a domicilio pubblici, che sono organizzazioni senza scopo di lucro, al 31.12.2021 hanno accumulato sui loro conti correnti poco più di 20 milioni di franchi».
Le 12 domande