«Una rivoluzione sociale per pochi, non una riforma scolastica per tutti»
Sono passate poche ore dal voto in Gran Consiglio che ha dato il via alla riforma della scuola media senza più livelli e già arrivano le prime dure reazioni da una parte del mondo politico ticinese.
È l'UDC in mattinata a divulgare un duro comunicato che attacca i partiti che hanno votato a favore: «Ieri la maggioranza del Gran Consiglio composta da Socialisti, Verdi, Centro, Più Donne, Comunisti e in modo incomprensibile anche la Lega, ha fatto rientrare dalla finestra un pezzo della fu “scuola che verrà” bocciata dal popolo ticinese - si legge nella nota - ma i Ticinesi vogliono una vera e solida riforma del sistema scolastico per salvare il futuro dei nostri giovani».
E sottolineano come «una rivoluzione sociale per pochi» viene fatta passare «per una riforma scolastica per tutti».
Il DECS, il Consiglio di Stato, la Commissione scolastica e il Gran Consiglio - sostengono gli esponenti del partito - «buttano nel mucchio un pasticcio affrettato e milionario per salvare la faccia del Consigliere Bertoli. Dopo 12 anni di politiche e scelte scolastiche fallimentari e di ideologia egualitarista da parte del DECS - è l'affondo - si è deciso di sprecare altri 3 anni con un esperimento che non condurrà da nessuna parte».
Per 3 anni - argomenta l'UDC - verranno testati «4 nuovi modelli didattici, ma al massimo per 6 sedi scolastiche delle 36 di scuola media senza specificare cosa sarà testato, quali sono i criteri di valutazione, quali saranno i vantaggi e gli svantaggi di chi partecipa all’esperimento e chi e come sarà giudicato l’esito dell’esperimento. Si vuole illudere i genitori e gli allievi - dicono - che i livelli non ci saranno più, mentre continueranno a esserci per circa 10'000 allievi su 12'000 allievi delle scuole medie».
A loro avviso, «oltre a non essere scientificamente serio, questo procedimento crea confusione generale tra docenti, direzioni, genitori oltre a una evidente disparità di trattamento tra allievi, famiglie e sedi senza sapere se e chi sarà favorito e chi sarà penalizzato da questa scelta affrettata, improvvisata e incompleta».
Credono che «non sarà migliorata di un millimetro la situazione della scuola ticinese e chi ne paga le conseguenze saranno le famiglie. In più, il Gran Consiglio ha votato questa assurda e discriminatoria formula di sperimentazione senza un dispositivo di legge e senza un credito di spesa».
L’UDC - si legge ancora nella nota - ha «sempre ribadito che la scuola andava riformata al più presto e dal 2016 a oggi ha presentato numerosi soluzioni concrete, tutte inevase. Ci siamo battuti e ci batteremo per superare il vicolo cieco dei livelli, ma non abbassando la qualità, né creando incertezza e approssimazione».