Vano il tentativo di rinviare il voto a gennaio. La sinistra ora invita la popolazione a mobilitarsi e a raccogliere le firme.
BELLINZONA - Dopo una discussione lunga e sofferta, il Parlamento si è espresso favorevolmente approvando la proposta di legge del rapporto di maggioranza, nell'ambito del pacchetto di misure a favore delle fiscalità delle persone fisiche, presentato lo scorso luglio dal Consiglio di Stato, su iniziativa del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE). Il rapporto è stato accolto con 45 voti favorevoli, 24 contrari e 12 astenuti. La maggioranza è stata rappresentata da PLR, Lega e UDC.
La decisione è arrivata solo a seguito del tentativo da parte del Centro, i Verdi Ticinesi, Partito Socialista di rinviare l'approvazione della legge in sede di discussione del Preventivo 2024. Rinvio però declinato da 44 voti a 40.
«Questa decisione permette di completare e chiudere il percorso iniziato nel 2019», ha affermato poco prima della votazione parlamentare, il consigliere di Stato e direttore del DFE Christian Vitta. «Il messaggio presentato dal Governo è impostato su delle riflessioni di natura tecnica. La commissione ha fatto un lavoro più politico, rendendolo più sostenibile. La soluzione trovata avrà un impatto inferiore ai 45 milioni preventivati, possibile perché il coefficiente va a beneficio delle aziende. Il taglio lineare permette di coprire parte dei costi: dunque nei primi anni non saranno gli alti redditi a beneficiarne in modo prevalente». Il direttore del DFE ha quindi illustrato la necessità di rispondere all'aspetto di concorrenzialità intercantonale e all'aliquota minima internazionale del 15% che sarà applicata alle multinazionali: «Vi è il rischio effettivo che vi siano delle dinamiche poco favorevoli per il nostro territorio». Con quanto proposto - «stiamo portando il nostro Cantone dal 21esimo posto al 16esimo e questo avverrà in maniera progressiva e solo dal 2025. L’aliquota sugli alti redditi non avrà alcun effetto sul 2024 e per gli anni a venire l’impatto sarà ridotto». E dunque «siccome l'entrata in vigore per gli alti redditi sarà posticipato, il Parlamento ha la possibilità di frenarla tramite gli strumenti democratici a disposizione». E ha previsto un impatto finanziario per Cantone e Comuni, derivante dalla riforma, «più importante nel 2029 e nel 2030».
Che cosa cambia
1. Aumento dell’importo deducibile per le altre spese professionali dell’attività principale in due tappe: dagli attuali 2'500 franchi a 3'000 franchi per i periodi fiscali 2024 e 2025 e a 3'500 franchi a partire dal periodo fiscale 2026. Mantenendo la strategia di favorire fiscalmente chi crea valore aggiunto e tutti i lavoratori avranno, a regime, 1'000 franchi in più di deduzione.
2. Riduzione dell'imposta di successione e donazione per favorire le successioni aziendali
3. Plafonamento dell’aliquota massima prelevata sulle prestazioni in capitale della previdenza al 3%
4. Riduzione dell’aliquota massima dell’imposta sul reddito progressiva di 0.5 punti percentuali all’anno sull’arco di 6 anni, posticipando l’inizio della discesa a partire dal 2025.
5. Una riduzione lineare di tutte le aliquote dell’imposta sul reddito di 1.667 punti percentuali. Con conseguenti riduzioni delle imposte comunali e di principio permetterà pertanto ai contribuenti ticinesi di beneficiare di uno sgravio complessivo medio (ossia nei Comuni con un moltiplicatore d’imposta pari all’80%) pari al 3%, senza quindi subire alcun aggravio fiscale rispetto alla situazione attuale
«Modernizzare la legge tributaria»
Alessandra Gianella (PLR) ha presentato il rapporto di maggioranza che prevede alcune modifiche rispetto al messaggio originariamente presentato dal Consiglio di Stato.
«Gli obiettivi del rapporto di maggioranza - ha affermato Gianella - puntano a modernizzare la nostra legge tributaria, migliorare attrattività fiscale del nostro cantone passando dal 21esimo al 16esimo posto a livello intercantonale per le imposte sul reddito, garantire ai contribuenti ticinesi una fiscalità in linea con gli altri cantoni, neutralizzare il ritorno del ritorno del coefficiente al 100% per evitare di pagare più imposte a partire dall’anno prossimo».
Sergio Morisoli (UDC) non le manda a dire a nessuno: «Il Ticino è tra i Cantoni che preleva più imposte di tutti. Questo pacchettino ci sposta dagli ultimi posti in classifica e ci fa risalire attorno al 16esimo posto. La concorrenza tra cantoni - ricorda il capogruppo dell'UDC - permette di mantenere finanze sane e di tutelare i contribuenti, il nocciolo del federalismo. Purtroppo il Ticino da quasi due decenni ha dimenticato di fare politica fiscale attrattiva sposando il sistema del tassi e spendi, portandoci a essere uno dei cantoni che tassa e spende di più. Lo Stato impari quindi a spendere meglio i soldi». Nonostante questo: «Appoggiamo questo compresso perché il Cantone ha bisogno di sgravi».
Si va verso il referendum
Ivo Durisch (PS), dal canto suo, relatore del rapporto di minoranza, ha smontato la proposta avanzata dalla maggioranza: «Abbiamo un cantone fragile a cui dobbiamo dare delle risposte. Oggi ci troviamo a dover tagliare al settore sociale perché non siamo riusciti a coordinare la legge tributaria con quello che è il fabbisogno finanziario di questo cantone. Oggi noi andiamo ulteriormente a favorire coloro che sono in alto nella piramide delle disuguaglianze sociali. Ci chiediamo se un tale obiettivo può essere perseguito indipendentemente dalle ripercussioni che ha sui cittadini. Faremo pagare meno imposte a un gruppo ridotto di persone, quando ci saranno tagli al settore socio-sanitario». Durisch ha infine sottolineato che «l'aliquota fiscale non è l’unico aspetto che attrae in Ticino: l'assetto sociale, le scuole, la lingua italiana». E annuncia l'impegno a voler ricorrere al referendum per abrogare la riforma.
Sulla falsa riga, Fabrizio Sirica (PS): «Se oggi sgraviamo, nel 2030 avremo meno gettito per 30 milioni di franchi. La più grande preoccupazione che sento più spesso è che scappano i ricchi. In realtà vedo che ci sta scappando il futuro, ovvero quei giovani che ogni anno scelgono di andare a vivere oltre Gottardo, ma anche gli anziani che fanno fatica a vivere con le rendite dell’Avs. Si sta chiedendo la solidarietà dal basso verso l’alto ed è una politica che vogliamo contrastare con tutti i mezzi possibili. A cominciare dalla mobilitazione popolare in programma per il 20 gennaio e con il referendum popolare».
Samantha Bourgoin (Verdi del Ticino) ha invece espresso consenso verso il rapporto di minoranza presentato da Durisch: «I Comuni a preventivi già fatti assisteranno a delle perdite importanti: i Comuni non sono tranquilli - E aggiunge -. È troppo facile giustificare la deducibilità delle imposte ai più ricchi riportando il coefficiente cantonale al 100%. A rimetterci sono i Comuni e i cittadini». Infine ha annunciato che i Verdi del Ticino sosterranno il referendum.
«Siamo per un carico fiscale più contenuto fiscale, anche per i redditi più alti - ha detto Amalia Mirante in rappresentanza di Avanti con Ticino&Lavoro -. Riteniamo che la riforma tributaria arrivi nel momento sbagliato. Valutiamo positivamente la deducibilità per le prestazioni professionali, ma non le altre misure soprattutto riguardo al taglio a favore delle persone più abbienti. Esprimiamo perplessità riguardo al taglio unico dell’1,6%, sarebbe stato più saggio mantenere un moltiplicatore cantonale al 97%». Concludendo: «Si nota ancora una volta una mancanza di strategie nella gestione delle finanze cantonali, senza - per di più - interpellare i Comuni».
A farle eco, Tamara Merlo (Più Donne): «Siamo preoccupate per la reazione dei Comuni. Fa specie quest’occhio di estremo di riguardo verso queste poche persone con un reddito elevato, rispetto ai dipendenti pubblici a cui si chiede un contributo di solidarietà».