Il primario dell'ospedale San Raffaele, Alberto Zangrillo, conferma la propria posizione sull'evoluzione della pandemia
MILANO - Il primario dell'ospedale San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo, non cambia idea in merito all'evoluzione della pandemia di coronavirus, descritta in decisa ritirata solo pochi giorni fa. Non senza scatenare un'accesa bagarre tra esperti.
Intervenuto oggi durante la trasmissione "L'aria che tira" su La7, Zangrillo ha risposto ai colleghi che prevedono l'arrivo di una seconda ondata del virus durante il prossimo autunno. «Chiunque, per le più svariate ragioni, si possa permettere di dire: "Sì guardi, ci sarà in autunno, o in settembre, o prima di Natale", dice delle cose che non hanno senso dal punto di vista scientifico. È come se io venissi a dirle: "Penso che a Milano il giorno di Sant’Ambrogio nevicherà"».
Il primario ha ribadito la propria posizione, rievocando quanto visto nelle ultime settimane trascorse "in trincea" contro il coronavirus. «Dobbiamo tenerci aderenti alle evidenze. E le evidenze ci dicono che la cosa sta prendendo una piega positiva e di questo tutti noi dobbiamo esserne felici», ha detto Zangrillo, sottolineando sia l'importanza di «continuare a tenerci prudenti» sia quella di essere «preparati a rivivere e a riprendere in mano il nostro futuro».
La scintilla della polemica - L'invito a tornare «a una vita normale» Zangrillo lo aveva già rivolto in occasione delle sue dichiarazioni a Raitre, che hanno sprigionato la scintilla lo scorso fine settimana. In quell'occasione disse che «dal punto di vista clinico» il Covid-19 «non esiste più», citando uno studio del virologo e direttore dell'Istituto di virologia dell'Università vita-salute San Raffaele. «I tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni - spiegò - hanno una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese, due mesi fa».