Merito del progetto Libroteca, una forma di resistenza della cultura in tempo di pandemia
BRESCIA - «I nostri clienti sono persone che hanno il desiderio di leggere e noi dobbiamo soddisfarlo, in ogni forma. Per questo aderire al progetto Libroteca è stato ovvio»: così Gherardo Bertolotti, libraio presso la Nuova libreria Rinascita di Brescia, ha accolto la proposta arrivata dal Comune della sua città per mettere in campo un servizio per i cittadini. In Italia le biblioteche sono state chiuse dai Dpcm governativi, mentre le librerie hanno potuto restare aperte; le biblioteche hanno dovuto inventarsi strategie innovative per continuare a fare ciò per cui sono nate: promuovere la lettura, in ogni modo.
Libri consegnati a domicilio dagli stessi bibliotecari e da volontari; libri lasciati in appositi armadietti esterni apribili con combinazioni numeriche; il progetto Librioteca o Libroteca, a seconda della città in cui si attua: la prima è stata Firenze, dove la Biblioteca Nazionale ha fatto rete con una decine di librerie fiorentine indipendenti per garantire il prestito: «Librioteca è il nome trovato— ha spiegato lo scorso novembre, al debutto del progetto, Simona Mammana responsabile di uno dei settori della Biblioteca Nazionale – per un servizio molto richiesto e necessario a tantissimi studiosi e ricercatori e quindi a una vasta platea di utenti».
Lo stesso è accaduto a Brescia, dove l’assessora alla cultura del Comune Laura Castelletti, nel contesto del “patto per la lettura”, ha messo in moto, sul modello fiorentino, la Libroteca. «Una collaborazione solidale fra pubblico e privato che mette al centro il cittadino», ha commentato. Anche qui una decina di librerie sono diventate punti di ritiro dei libri delle biblioteche: «Gratuitamente gli utenti possono prendere il materiale richiesto online – ha aggiunto Maddalena Piotti, bibliotecaria della Queriniana, la principale della città coadiuvata dalle tante biblioteche di quartiere - lo sforzo è grande ma siamo contenti di soddisfare il bisogno primario di cultura».
Un bisogno forte in Italia, come sottolineato da Rosa Maiello, presidentessa dell’Associazione Italiana Biblioteche, che già all’indomani del Dpcm del 4 novembre aveva chiesto al governo di ripensarci perché «le biblioteche, dove non si paga per leggere, sono una grande conquista della democrazia». In suo sostegno era subito accorsa l’editor Giulia Abbate lanciando una petizione, ancora aperta, su www.change.org non sono per la riapertura ma anche per il «sostegno strutturale ai servizi bibliotecari e la continuità del lavoro professionale dei bibliotecari».