Sulla scadenza del 31 agosto: «Non una data arbitraria, ma una data per salvare vite americane».
Intanto i Repubblicani puntano il dito parlando di «decisioni vergognose».
WASHINGTON - «Uno straordinario successo»: così Joe Biden ha apostrofato l'operazione di evacuazione da Kabul, definendola «una missione di compassione».
«Ci sono ancora 100-200 americani in Afghanistan e per loro non c'è nessuna scadenza. Li faremo uscire se vogliono uscire», ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti. «La scadenza del 31 agosto per il ritiro dall'Afghanistan non era una data arbitraria ma una data per salvare vite americane», ha detto ancora.
«Mi prendo la responsabilità per tutte le decisioni prese. Non volevo continuare questa guerra per sempre - ha aggiunto -. Di fronte all'avanzata dei talebani avevamo due scelte: o seguire gli accordi fatti dal mio predecessore Donald Trump o inviare altre migliaia di soldati in una escalation della guerra. Era ora di finire questa guerra. C'è un mondo nuovo e dobbiamo difendere gli Usa da nuove minacce. La nostra strategia deve cambiare. Non avevamo bisogno di continuare una guerra di terra», ha proseguito. «Il mondo sta cambiando, dobbiamo affrontare le sfide di questo secolo e la competizione con la Cina o la Russia, continuando a combattere il terrorismo», ha concluso.
Una nuova era - Oggi inizia una nuova era: con la fine della guerra in Afghanistan si apre un nuovo capitolo sia dell'impegno Usa in quel Paese sia della politica estera americana, che dovrà essere sempre più concentrata su quello che è il reale interesse nazionale.
Joe Biden parla all'America 24 ore dopo il decollo dell'ultimo aereo militare Usa dall'aeroporto di Kabul e tenta di voltare definitivamente pagina, difendendo a spada tratta tutte le sue controverse scelte. Ma è un tentativo disperato, reso quasi vano di fronte a una fuga caotica e umiliante e dalle immagini dei talebani in festa dopo ben vent'anni di un conflitto costato agli americani oltre 2.300 miliardi di dollari (300 milioni al giorno) e più di 2.400 morti tra militari e civili.
Popolarità ai minimi termini - Biden, crollato ai minimi della popolarità, ribadisce però che questa guerra doveva avere una fine, che non si poteva andare avanti in eterno e che l'Afghanistan non è un Paese strategico per gli Usa. E pazienza se si contano migliaia di irriducibili dell'Isis-K che si aggirano per Kabul e dintorni: «Li colpiremo ovunque», ha ribadito il presidente, che ha dato ordine ai suoi comandanti «di non fermarsi davanti a nulla» mentre anche al Qaeda si congratula con i talebani per «la vittoria».
«Decisioni vergognose» - Ora, spiega Biden, è però il tempo della diplomazia e del dialogo: anche con i talebani se rispetteranno gli impegni, come ha sottolineato Blinken, che intanto ha annunciato il ritiro della rappresentanza diplomatica Usa da Kabul, trasferendola a Doha, in Qatar. E il primo punto su cui i nuovi leader al potere a Kabul verranno messi alla prova sarà quello dei corridoi umanitari da garantire a chi vuole lasciare il Paese, compresi gli oltre 200 cittadini americani ancora in Afghanistan e che vorrebbero tornare a casa. «Biden li ha abbandonati», accusano i repubblicani, parlando di «decisioni vergognose».