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L'indignazione segue gli scontri al funerale della reporter di Al-Jazeera

TERRITORI PALESTINESIL'indignazione segue gli scontri al funerale della reporter di Al-Jazeera

16.05.22 - 17:20
Tra manganellate e cariche, la bara della giornalista è quasi caduta al suolo
keystone-sda.ch / STR (Maya Levin)
L'indignazione segue gli scontri al funerale della reporter di Al-Jazeera
Tra manganellate e cariche, la bara della giornalista è quasi caduta al suolo
L'ultima denuncia è arrivata oggi dal Patriarca Pierbattista Pizzaballa: «Mancanza di rispetto nei confronti della Chiesa Cattolica»

GERUSALEMME - L'intervento degli agenti di polizia durante i funerali della giornalista Shireen Abu Akleh sabato a Gerusalemme ha provocato l'indignazione internazionale.

L'ultimo ad esprimersi è stato il massimo ecclesiastico cattolico di Gerusalemme, il Patriarca Pierbattista Pizzaballa, che ha oggi accusato le autorità israeliane di «violare i diritti umani» e di «mancare di rispetto» alla Chiesa cattolica, parlando di un «uso sproporzionato della forza» contro la folla di persone.

In precedenza, la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki aveva definito «inquietanti» le violenze, mentre l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, aveva affermato: «l'Unione europea è sconvolta», parlando di un «comportamento irrispettoso».

Cos'è successo?
Sabato, lo ricordiamo, gli agenti israeliani hanno caricato e manganellato una folla che accompagnava la bara della reporter di Al-Jazeera Shireen Abu Akleh, rimasta uccisa settimana scorsa in Cisgiordania, colpita da un proiettile alla testa. Gli incidenti hanno avuto luogo all'uscita del feretro dall'ospedale in un quartiere arabo di Gerusalemme est.

Le autorità israeliane si sono difese sostenendo che dal corteo funebre «è partito un lancio di pietre e altri oggetti contro gli agenti, accompagnato da slogan nazionalistici». Per questo, sei persone sono state tratte in arresto. Dopo la forte reazione globale, la polizia israeliana ha promesso di indagare sul caotico incidente, che è stato trasmesso in diretta in tutto il mondo.

Le forze israeliane hanno anche dichiarato di essere state «costrette ad agire» per far rispettare i piani per il funerale concordati con la famiglia, che erano stati interrotti da una «folla» composta da circa «300 rivoltosi». La famiglia Abu Akleh ha categoricamente respinto la versione dei fatti fornita dalla polizia, con il fratello di Shireen che ha dichiarato all'AFP che la polizia lo aveva chiamato la sera prima del funerale per insistere sul fatto che non ci sarebbe dovuta essere «nessuna bandiera palestinese e nessuno slogan».

La Mezzaluna Rossa di Gerusalemme ha dichiarato che 33 persone sono rimaste ferite negli scontri, e sei sono state ricoverate in ospedale. 

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