Le immagini hanno permesso di identificare non soltanto i noti anelli, ma anche nuove scie di polvere più sottili
Il telescopio spaziale James Webb ha scattato la prima foto di Nettuno. Si tratta della prima immagine nitida del pianeta più lontano del sistema solare. L'ultima volta era stato fotografato trent'anni fa da Voyager 2.
Le nuove immagini hanno mostrato il gigante di ghiaccio sotto una nuova luce. L'aspetto più sorprendente è la visione nitida degli anelli dinamici del pianeta, alcuni dei quali non erano mai stati osservati. Oltre a diversi anelli stretti e luminosi, le immagini del telescopio hanno rivelato anche scie di polvere più sottili, riporta l'ESA.
L'orbita di 164 anni di Nettuno fa sì che il polo settentrionale (in alto nella foto) sia appena fuori dalla vista degli astronomi, ma le immagini del telescopio suggeriscono una particolare luminosità in quell'area. Un vortice già noto al polo sud è invece evidente, ma per la prima volta Webb ha rivelato una fascia continua di nubi che lo circonda.
Il telescopio ha anche catturato sette delle quattordici lune conosciute di Nettuno. Particolarmente interessante è Tritone, la luna più grande. Ricoperta da una patina ghiacciata di azoto condensato, Tritone riflette circa il 70% della luce solare che la colpisce. La sua luminosità è di gran lunga superiore a quella di Nettuno perché l'atmosfera del pianeta è oscurata dall'assorbimento del metano alle lunghezze d'onda del telescopio. Tritone ruota attorno a Nettuno con una bizzarra orbita a ritroso, fatto che ha portato gli astronomi a ipotizzare che questa luna fosse in origine un oggetto della Fascia di Kuiper che è stato catturato gravitazionalmente dal pianeta. Nel prossimo anno sono previsti ulteriori studi sia su Nettuno che su Tritone.
Nettuno ha affascinato e interrogato i ricercatori fin dalla sua scoperta nel 1846. Situato a una distanza dal Sole 30 volte superiore a quella della Terra, il pianeta di ghiaccio orbita in una delle zone più oscure del nostro sistema solare. A questa distanza il Sole è così debole che il momento massimo di illuminazione corrisponde ad un debole crepuscolo sulla Terra.