L'obiettivo delle truppe di Kiev, ora, è di guadagnare tempo. «Una controffensiva non è lontana»
KIEV - Bakhmut resta il nodo strategico di questa fase della guerra tra Russia e Ucraina e la ritirata delle forze di Kiev non è un opzione che viene presa in considerazione. Su questo punto il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, è stato più che chiaro: «Se ci ritirassimo da Bakhmut, cosa cambierebbe? La Russia prenderebbe Bakhmut e poi continuerebbe la sua offensiva contro Chasiv Yar, quindi ogni città dietro Bakhmut potrebbe subire la stessa sorte».
L'offensiva contro la città dell'oblast di Donetsk non ha portato a sostanziali guadagni per le truppe di Mosca nelle ultime ore, secondo le rilevazioni dell'Institute for the Study of War. È innegabile però che i continui combattimenti - da sette mesi è considerato un punto chiave dell'avanzata in territorio ucraino - hanno logorato sia chi attacca, che chi si difende. Questi ultimi hanno un vantaggio morale, afferma Kuleba: essi difendono le proprie case da un invasore che vuole ucciderli e depredarli di tutti i loro possedimenti. «I veri eroi sono i difensori che tengono sulle spalle il fronte orientale e infliggono le perdite più pesanti possibili» all'esercito russo, «senza risparmiare né se stessi né il nemico», ha dichiarato sabato il comandante delle forze di terra ucraine, Oleksandr Syrsky.
Kuleba non ha voluto rispondere alla domanda del quotidiano tedesco Bild am Sonntag su quanto potrà proseguire la resistenza di Bakhmut. Qualcosa però l'ha detta Syrsky: «È necessario guadagnare tempo per costruire riserve e lanciare una controffensiva, che non è lontana». Il capo della diplomazia di Kiev ha voluto invece lanciare un messaggio alla Germania: il problema «numero uno» in questo momento è la mancanza di munizioni - e questo accade nonostante i produttori abbiano assicurato, durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, di essere pronti a garantire nuove forniture. Si attende solo che Berlino firmi i contratti. «Quindi il problema è del governo», attacca Kuleba.
Gli scontri intanto proseguono, e non solo a Bakhmut. La città di Kharkiv è stata colpita nuovamente da missili russi, portando il bilancio di quelli che hanno raggiunto l'abitato a più di 40 dall'inizio dell'anno, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.