NAYPYIDAW - I volontari delle Nazioni Unite non sono ancora riusciti ad aiutare le persone di etnia Rohingya che vivono nei campi per sfollati nella Birmania colpita dal ciclone Mocha. Lo riporta il Guardian.
Secondo gli abitanti di Sittwe, la capitale dello Stato di Rakhine, il 90% delle case della popolazione Rohingya sono state distrutte dal ciclone. Nonostante ciò, l'Unhcr ha dichiarato che il governo birmano non ha ancora permesso l'accesso ai volontari ai campi in cui vivono queste persone.
Bright Islam, un attivista Rohingya, ha detto che quando le acque si sono abbassate ha contato circa 110 cadaveri in un campo. «Siamo stati più colpiti dal ciclone perché il nostro campo è vicino al mare - ha continuato - e i nostri spostamenti vengono controllati».
Secondo un membro della comunità Rohingya che vive in Europa, Ro Nay San Lwin, gli annunci pre-allarme fatti dai militari nei campi degli sfollati sono stati inutili perché non è stato fornito supporto logistico alle persone, alle quali non è permesso di lasciare le aree a loro designate.
Ci sono gruppi Rohingya anche in Bangladesh, dove secondo il programma Rohingya Refugee Response 5.800 rifugi sono stati danneggiati e 400 distrutti dal ciclone Mocha. Nel campo di Nayapara, nel punto più a sud del Bangladesh, i rifugiati avevano già perso le proprie case a causa di un incendio due anni fa.
«I nostri rifugi erano fatti solo di plastica leggera e bambù - ha raccontato Amir Hossain, che vive in uno di questi campi - Non appena sono iniziati i forti venti, la maggior parte dei tetti di tela cerata è stata spazzata via e sono rimasti solo i telai delle case».