I dazi americani rilanciano la necessità di «un ambiente di commercio e investimento libero ed equo»
SEUL - Cina, Giappone e Corea del Sud provano a collaborare a livello economico, concordando di promuovere «un ambiente di commercio e investimento libero ed equo». A Seul, in un incontro tra i rispettivi ministri del Commercio, si è dato vita a un asse inedito, conseguente ai dazi americani. Le mosse di Trump hanno dato la spinta a ritrovarsi a discutere dopo anni di contenziosi territoriali e di natura economica.
È stato il primo asse a tre in cinque anni dedicato ai temi economici, al quale hanno partecipato i ministri Wang Wentao, Yoji Muto, Ahn Duk Geun che si sono spesi per sollecitare «un campo di gioco globale equo per promuovere» un clima «non discriminatorio, trasparente, inclusivo e prevedibile», in base alla dichiarazione congiunta.
«Mentre la situazione globale diventa sempre più imprevedibile e notevolmente divisa, abbiamo ribadito che è molto importante mantenere e rafforzare l'ordine economico internazionale basato su regole», ha affermato Muto nel corso di una conferenza stampa.
Ahn, da parte sua, ha detto che i tre Paesi devono rispondere «in modo congiunto» alle sfide globali condivise a fronte «all'attuale ambiente economico e commerciale caratterizzato da una crescente frammentazione».
Le misure americane rischiano di avere conseguenze per tutti e tre i paesi, che sono tra i principali partner commerciali americani. L'export delle quattro ruote di Seul è destinato agli Stati Uniti, mentre il Sol Levante, che vanta il leader mondiale dell'auto Toyota, rischia un salasso anche in molti altri comparti, dall'acciaio ai microchip. Dei 21'300 miliardi di yen di esportazioni (145 miliardi di dollari) nipponiche dirette verso gli Stati Uniti nel 2024, le automobili e gli altri veicoli hanno rappresentato circa un terzo.
Le tre economie asiatiche, che valgono circa il 25% del Pil globale e il 21% del commercio mondiale per valore, hanno addirittura sollecitato un'accelerazione «dei negoziati per un accordo trilaterale di libero scambio completo». Il tema è però in discussione da 13 anni, senza veri progressi.