Aleix Espargaro e Maverick Vinales lasceranno la scuderia italiana al termine del corrente campionato.
Il 34enne farà il collaudatore per la Honda, mentre il suo connazionale salirà in sella a una KTM.
ASSEN - I baci alla maglia dopo un gol, le frasi di amore eterno alla squadra quasi fosse la donna della propria vita. O anche un tatuaggio inciso sulla pelle per sempre, come quei marinai che incidevano sul bicipite il nome dell’amata. Pronti però a cancellarlo allo sbarco nel porto successivo.
I casi degli ultimi mesi di Aleix Espargaró e Maverick Viñales, per qualche tempo ancora coppia dell’Aprilia, rappresentano la testimonianza più evidente di come, spesso, alle parole non seguono poi i fatti. Se l’è guadagnato sul campo, questo è indubbio, quell’appellativo di “Capitano”, Espargaró, che in questi ultimi otto anni ha lavorato duro per portare la Casa di Noale dai bassifondi della MotoGP fino sul gradino più alto del podio. Ed è altrettanto indubbio come la riconoscenza morale della squadra veneta nei confronti del pilota sia di quelle profonde. Prima che il mercato finalmente si sbloccasse e che l’Aprilia firmasse con Jorge Martin (e sembra che a breve a lui si aggiungerà anche Marco Bezzecchi), l’ad Massimo Rivola è rimasto fermo aspettando di capire cosa Aleix avrebbe fatto: andare ancora avanti o ritirarsi alla fine del 2024? E quando nel fine settimana del Montmelò lo spagnolo ha annunciato lo stop, le lacrime hanno invaso il paddock. La tristezza di Aleix è stata quasi contagiosa e, a proclamare il proprio amore per l’Aprilia, ecco il tatuaggio realizzato sul braccio a pochi minuti dall’annuncio, con il lettering della A che è quello dell’Aprilia.
Peccato, però, che subito dopo sia arrivato lo scivolone di cattivo gusto più grande dell’anno: in un’intervista con una tv, ecco Aleix parlare del futuro: sì, resterò in questo mondo e farò il collaudatore. Con l’Aprilia, ovviamente? No. Ma come? E tutti quei proclami sull’Aprilia come la mia famiglia e bla bla bla? Intendiamoci, Espargaró è liberissimo di scegliere cosa fare del proprio futuro e di inseguire quel po’ di soldi in più dai quali è molto attratto, ma aspettare un po’, qualche gara, un paio di settimane, prima di dire che la sua vita lo avrebbe portato altrove, sarebbe stato un gesto di buon gusto. E vogliamo parlare di Viñales? Anche lui, salvato da Rivola dopo la rottura drammatica con la Yamaha nell’estate del 2021, in questi anni ha proclamato come l’Aprilia fosse la squadra che aveva sempre cercato, di come si trovasse bene, di come finalmente con gli uomini veneti potesse esprimere il miglior se stesso. Noale lo ha assecondato in tutto, ingaggiando anche Manuel Cazeaux (che aveva avuto in Suzuki) come ingegnere di pista, e ha davvero puntato su di lui come il possibile campione che in Aprilia inseguivano da anni. Poi, però, già lo scorso anno mentre c’era un posto vacante in Honda, Viñales è andato a proporsi alla Hrc, e quest’anno, mentre il mercato era in attesa di capire cosa avrebbe fatto Marc Marquez, è andato a bussare alla porta di Ducati e Ktm. E più Rivola diceva di puntare sempre più su di lui per il futuro, nonostante un rendimento da montagne russe con molti più bassi che alti, più Maverick lanciava frasi sibilline. Poi, arrabbiato per l’ingaggio di Jorge Martin, pochi giorni dopo ha firmato con la Ktm, una squadra satellite per una ufficiale. Alla faccia della fedeltà alla squadra che è una famiglia.