Nel 2017 si è scesi a 32'000 kg, ciò che corrisponde a un calo di più della metà in dieci anni e di circa il 16% rispetto al 2016
BERNA - Continua a calare in Svizzera la quantità di antibiotici impiegati per trattare gli animali. Lo indica oggi l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) precisando che nel 2017, per il secondo anno consecutivo, è diminuita la vendita a veterinari di antibiotici appartenenti a classi critiche per la medicina umana.
I dati parlano chiaro: se nel 2008 erano stati smerciati 70'000 chilogrammi (kg) di antibiotici di ogni genere, nel 2017 si è scesi a 32'000 kg, ciò che corrisponde a un calo di più della metà in dieci anni e di circa il 16% rispetto al 2016. La diminuzione - precisa l'USAV in una nota - riguarda in particolare i medicamenti somministrati con il mangime per trattare interi gruppi di animali da reddito.
Di particolare rilievo è il tema degli antibiotici contenenti sostanze attive molto importanti per la medicina umana. Fra il 2016 e il 2017 la loro vendita è calata di quasi il 20%. La tendenza al ribasso testimonia la consapevolezza di veterinari e detentori di animali ed evidenzia la loro volontà di ridurre il ricorso a tali farmaci, che possono favorire l'insorgenza di resistenze fra i batteri.
Nella sua nota, l'USAV ricorda che con la banca dati operativa dal primo gennaio 2019 si potrà sapere con precisione in che modo vengono utilizzati gli antibiotici, cosa al momento impossibile. I dati permetteranno di identificare i problemi specifici, di trattarli ricorrendo a misure mirate basate su informazioni precise e di valutarne gli effetti.