Il consumo di vino nel 2020 ha subito un forte calo (anche) a causa delle chiusure di bar e ristoranti.
Complessivamente gli svizzeri hanno bevuto quindici milioni di nettare in meno. Il vino svizzero ha però fatto registrare piccoli passi in avanti.
BERNA - Nel 2020, il consumo di vino in Svizzera ha subito un forte calo rispetto all'anno precedente, di circa il 6%. La causa è da ricercare nella chiusura temporanea dei ristoranti e nel divieto di eventi come misure per arginare la diffusione del coronavirus. Il settore vinicolo svizzero ha guadagnato quote di mercato per il quarto anno consecutivo, ma il dato è in gran parte artificiale.
Sono questi i principali elementi che emergono dal rapporto dell'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) "L'anno viticolo 2020: statistiche vitivinicole" pubblicato oggi.
Complessivamente nella Confederazione lo scorso anno sono stati bevuti 240 milioni di litri, 15 milioni in meno (-5,9%) rispetto al 2019. Il trend per i vini bianchi (-6,5%) e rossi (-5,6%) diverge di poco.
Determinante il declassamento dei DOC - Per quanto concerne il mercato dei vini elvetici, il dato è pure nettamente influenzato dal Covid-19, ma in altro modo. A causa della pandemia, il Consiglio federale nel maggio 2020 ha approvato una misura di sgravio del mercato dei vini svizzeri. Nella fattispecie è stato sostenuto il declassamento di un totale di 7,1 milioni di litri di vini a denominazione di origine controllata (DOC) delle annate 2019 e precedenti in vino da tavola. Conformemente all'ordinanza COVID-19, alle aziende sono stati versati contributi federali per 9,8 milioni di franchi.
Questi 7,1 milioni di litri DOC nelle statistiche dell'UFAG vengono dunque considerati come vino consumato. Ne risulta un leggero aumento dei consumi di vini elvetici rispetto all'anno precedente (+344'700 litri): nel dettaglio si è registrato un incremento di 85'000 litri nel consumo di bianco per un totale di 47,2 milioni di litri (+0,2%) e di 260'000 litri nel consumo di rosso per un totale di 47,7 milioni di litri (+0,6%).
Quota di mercato: su di 0,7 punti - «Contrariamente a quanto sembra suggerire il nome, il vino da tavola non finisce sulle tavole», ha spiegato a Keystone-ATS Florie Marion, responsabile della comunicazione presso l'UFAG. Questo vino parte nell'industria ad esempio per la produzione di aceto o per le miscele di fondue. Non è dunque considerato vino consumato.
Per il 2020 si denota un aumento della quota di mercato dei vini svizzeri che è cresciuta di 2,5 punti, attestandosi al 39,5%. Escludendo però i 7,1 milioni di litri di vino declassato, la quota di mercato è del 37,7% (+0,7 punti). Il settore vinicolo svizzero ha guadagnato quote di mercato per il quarto anno consecutivo, sottolinea l'UFAG.
Cresciuti i consumi di spumante - Per quanto riguarda il consumo di vini esteri, si è registrato un forte calo pari a 15,4 milioni di litri. Rispetto all'anno precedente sono stati consumati 9,6 milioni di litri di rosso in meno e 5,8 milioni di litri di bianco in meno. Il consumo di spumante è cresciuto ancora, del 2,1%, attestandosi a 20,5 milioni di litri. Si tratta dell'unico aumento registrato nel consumo di vino.
Secondo i dati dell'Osservatorio svizzero del mercato del vino (OSMV), ripresi nel rapporto, il cambiamento delle abitudini durante la crisi da coronavirus ha comportato un incremento del fatturato nel commercio al dettaglio. L'aumento delle vendite di vini svizzeri presso otto rivenditori al dettaglio di riferimento è stato del 13,6%, sempre rispetto all'anno precedente. Per i vini esteri, la crescita è stata dell'11,2%. Secondo i calcoli dell'UFAG, l'anno scorso il 30,6% del vino consumato in Svizzera è stato venduto da questi otto rivenditori al dettaglio.