Tra gennaio e ottobre, la Svizzera ha rilasciato 2'413 permessi B ai lavoratori croati, mentre la soglia era di 178
BERNA - L'accesso al mercato del lavoro svizzero per i cittadini croati sarà nuovamente limitato il prossimo anno.
Il Consiglio federale ha deciso di attivare la clausola di salvaguardia prevista dall'Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) dato che il numero di lavoratori provenienti della Croazia ha superato ormai i valori soglia.
La clausola di salvaguardia prevista dall'ALC consente alla Svizzera di reintrodurre unilateralmente contingenti di permessi per un periodo di tempo limitato, se il numero degli immigrati provenienti dalla Croazia supera una certa soglia.
Tale soglia, lo ricordiamo, è raggiunta quando il numero dei permessi rilasciati in un determinato anno (2022) supera di oltre il 10 per cento la media dei tre anni precedenti (2019‑2021). Tra gennaio e ottobre 2022, la Svizzera ha rilasciato 2'413 permessi B ai lavoratori croati, mentre la soglia per l'intero 2022 si situa a 178 permessi.
Dal prossimo primo gennaio quindi verranno reintrodotti i contingenti per i permessi di dimora (1150 permessi B per il 2023) e di soggiorno di breve durata (1007 permessi L) per lavoratori salariati e indipendenti.
La rapida ripresa economica dopo la crisi causata dalla pandemia ha provocato un notevole aumento dell'immigrazione di lavoratori stranieri, compresi i croati. Questi ultimi sono stati impiegati soprattutto nell'industria manifatturiera e nell'edilizia per quanto riguarda il settore secondario, e nell'industria alberghiera e della ristorazione, nel commercio e nelle agenzie di collocamento per il terziario, precisa un comunicato. Un aumento del numero di lavoratori croati è stato osservato anche nei settori che richiedono qualifiche più elevate, come i servizi di pianificazione, la consulenza e l'informatica, precisa un comunicato odierno.